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Sampdoria, Coda il gladiatore: simbolo dei sogni blucerchiati. “Segno tanto come papà, lo farò sino a 40 anni”

Ha cominciato subito, nelle amichevoli, a Frosinone non è mancata la sua prodezza. Il mistero di un formidabile bomber, ma solo in serie B

In blucerchiato ha subito conquistato tutti, non solo per i gol. Sempre sorridente in allenamento, atteggiamento positivo e molto determinato in campo, Massimo Coda sta mostrando di avere voglia di vivere un’altra stagione da protagonista.

L’attaccante ha centrato tre promozioni nelle ultime cinque annate in serie B, con Benevento (2020), Lecce (2022), Genoa (2023) e una finale, persa con la Cremonese, ma non pare sazio, anzi il contrario, e in campo mostra tantissima voglia di fare.

All’esordio in campionato ha subito fatto centro, come sempre e, dopo la gara, anche a Frosinone, non poteva mancare la telefonata a papà Saverio, capace di centrare 23 gol a 54 anni con la Rinascita Cava in Seconda Categoria, da cui ha ereditato ruolo e passione per il calcio. Commentano insieme tutte le azioni. Massimo Coda è arrivato a 128 gol in serie B, suddivisi in sei squadre (Lecce 42, Salernitana 31, Benevento 28, Cremonese 16, Genoa 10, Sampdoria 1). Tallona ormai Costanzo (130), Caracciolo (132), Cacia (134) e Schwoch (135). Spiccano nel suo cammino due titoli consecutivi di re dei bomber con il Lecce, un exploit quasi storico. Per ritrovare una simile doppietta bisogna tornare molto indietro. Ettore Bertoni fece altrettanto, centrando la promozione in massima serie con il Legnano nel 1951.

Sono invece appena sei i suoi sigilli in A in 42 presenze, un bottino decisamente misero. Roberto Beni, assistente storico di Ballardini, lo ha conosciuto lo scorso anno a Cremona. «Mi sono sempre chiesto perché abbia avuto l’etichetta di bomber di categoria. È un mistero calcistico perché ha determinazione, anche in allenamento, e movimenti da centravanti di razza. Un metro di spazio gli basta per essere devastante».

Quinto figlio, primo maschio, Massimo è molto legato alla sua terra e alla famiglia, a Frosinone era presente, ad esempio, la sorella Katya. Mamma Enza Trotta ha accompagnato i suoi primi passi con “Uno su mille ce la fa” di Gianni Morandi, che ha finito per anticipare il percorso di Massimo in campo. Viene descritto come una persona timida e riservata. Da buon meridionale è scaramantico. Quando le cose vanno bene, non cambia ristorante, tavolo e la disposizione delle persone, sempre le stesse ovviamente. La sua ricetta per fare bene è, però, molto pragmatica. “Credo nel lavoro, ognuno di noi è ciò che costruisce per sé”.

Originario di Passiano, una delle frazioni di Cava dei Tirreni, ha donato ai suoi concittadini un campetto polivalente, inaugurato il 4 novembre 2018 e intitolato a nonno Roberto. “Ho iniziato in piazzetta con gli amici, ma così è meglio”. Per inseguire il suo sogno, ha fatto l’emigrante e nel 2005 era già in Svizzera, a Bellinzona, e, otto anni dopo, in Slovenia, con il Nova Gorica, dove è esploso, premiato come miglior giocatore del torneo. Tante anche le tappe del suo giro d’Italia, Salernitana, Benevento, Lecce, Genoa, Cremonese hanno segnato la sua consacrazione. Nel Sannio, terra di gladiatori, è diventato l’Ispanico, Massimo Decimo Meridio, il personaggio interpretato al cinema da Russell Crowe. Sempre al suo fianco, Gilda, ora sua moglie. “Ci siamo conosciuti quando avevo diciassette anni e lei tre in meno”. Giocava già nella Cisco Roma. Se il padre era soprannominato per la sua cattiveria agonistica in campo, “il delinquente”, a Massimo è stato spesso rimproverato di essere troppo buono. “È il mio pregio e il mio difetto, sono fatto così, non cambio”. Il prossimo 10 novembre compirà trentasei anni, ma ha già confessato di “voler giocare certamente fino a quarant’anni, ma sogno di arrivare a 45”. Secondo Beni è ancora in piena forma, ma c’è un segreto: «Massimo deve sentirsi protagonista, titolare indiscutibile. Il resto viene di conseguenza, in allenamento non si fermerebbe mai, in campo i difensori lo temono e i suoi compagni hanno più spazio».

La sua mensola nella stanza dei ricordi ha già palloni, in particolare quelli avuti per le triplette, magliette, parastinchi, ma ha ancora spazio per qualche cimelio, da conquistare con la Sampdoria.

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