E no, non escludono il ritorno. Retrocessa in Serie C anzi chissà, la Sampdoria rimane in attesa di giudizio. Mugghia la tempesta, infuria il derby degli sfottò, delle burle e del dileggio, ma il giro di vento è cambiato, ciò che sembrava scritto sulla pietra lo è invece sulla sabbia e l’effetto adesso è quello del boomerang.
Play-out congelati
Pensavamo fosse una retrocessione, invece era l’Irpef. La probabile penalizzazione in arrivo per il Brescia (mancati pagamenti) per ora ha congelato i play-out e presto potrebbe riscrivere la classifica di Serie B. E dire che alla Samp, quelli del Genoa, avevano fatto pure il funerale, sabato sera dopo la partita (persa) contro l’Atalanta.
Il funerale dei tifosi del Genoa
Erano sfilati a migliaia in corteo, gioiosi e festanti, per le strade della città, da Marassi a piazza De Ferrari. Fuochi d’artificio e fumogeni, bare blucerchiate trasportate con letizia e croci a significare una fine certificata. Per il tifoso, più bella cosa non c’è che vedere il cugino scivolare nell’abisso. E dunque: enormi “C” di cartone, lo striscione esposto in gradinata nord, “Manfredi e Radrizzani grazie”, quello nei Distinti, “È finita un’altra Bella stagione…. dal sogno promozione all’umiliante retroCessione” con la “B” e la “C” in rilievo, quell’altro a Bogliasco in forma di indicazione stradale “Campobasso, 739 km.”. E poi cori a manetta, veleni sparsi sui social. Persino – durante l’allegra marcia funebre – tifosi travestiti da preti e suore, poiché è sempre – a Genova come altrove nelle città divise dal derby – una questione di fede.
Samp per la prima volta in C
E la fede impone di credere ai miracoli. Sfangare l’Apocalisse e dunque la prima retrocessione in C nella storia del club, oggi per la Samp appare come un’ipotesi concreta. E questa vicenda entra a far parte del ricchissimo scrigno di storie balorde e affascinanti, sghembe e leggendarie del derby della Lanterna. E verrà ricordata assieme a tante altre che, da sempre, accendono la rivalità. Come la scimmia con addosso la maglia del brasiliano Eloi fatta sfilare in campo in una stracittadina del 1983. L’idea venne a Claudio Bosotin, fondatore degli ultras doriani. Passò per caso davanti al Circo Medrano – che quella settimana aveva piantato le tende fuori Genova – e prese a noleggio una scimmia. Poi la domenica la vestì con la maglia del brasiliano triste del Grifone e la portò allo stadio.
La punizione-gol di Branco
Ha raccontato Bosotin che quando all’ingresso lo fermarono spiegandogli che non si potevano far entrare animali, lui rispose serio dicendo che quello era suo figlio. Il padre di Fantozzi, non è un caso, era di Genova. O come quella volta, nella fatidica stagione della gloria sampdoriana, quella dello scudetto 1990-91, quando la punizione-gol di Branco nel derby vinto all’andata diventò una cartolina eterna, da sventolare in faccia ai cugini ogni volta che.
Quello fu il migliore campionato nella storia recente dei due club. Sampdoria Campione d’Italia, Genoa al 4° posto, qualificato per la Coppa Uefa. Altro calcio, altri tempi. Oggi a Genova si gode e si mastica amaro per molto meno. Rabbia e orgoglio si danno il cambio. Nell’attesa del processo sportivo al Brescia, fuori dal tribunale genoani e sampdoriani rimangono in stand-by. Si guardano di sottecchi, nel fodero custodiscono freccette velenose. Era finita, ma non lo era ancora.