MILANO – Silenzioso, non tutto esaurito, destinato a essere abbattuto. Fra sciopero delle curve, progetti di demolizione, bocciature della Uefa, il vecchio stadio per Milano e le sue squadre oggi appare più come un problema che come un emblema o una risorsa. L’effetto San Siro — stadio pieno e caloroso a sostegno della squadra, una media di oltre 70 mila presenze, biglietti quasi sempre introvabili — in questa stagione non si è ancora visto, per la protesta contro le restrizioni seguite all’inchiesta della procura di Milano “Doppia curva” sulle infiltrazioni mafiose fra gli ultrà di Milan e Inter. Un’indagine che ha portato a 19 arresti, cui sono seguite condanne fino a 10 anni. Gli ultrà milanisti hanno accettato il divieto di esporre i vecchi striscioni e la novità — per i circa 40 “indesiderati”, segnalati dai magistrati, a cui è stato impedito di fare l’abbonamento in curva — di dovere comprare i biglietti per le singole partite. Ci sono buone possibilità che contro il Napoli il tifo organizzato rossonero tornerà a incitare gli uomini di Allegri. Contro il Lecce, nonostante ci fossero 54.418 paganti — tanti per un turno anonimo di Coppa Italia — il Milan ha giocato nel silenzio. Quanto sia difficile giocare in un clima del genere lo aveva sperimentato tanto il Diavolo, battuto 2-1 dalla Cremonese al debutto in campionato, quanto l’Inter, sconfitta con lo stesso risultato dall’Udinese alla seconda gara interna. E l’allenatore nerazzurro Chivu ha dichiarato che «i giocatori hanno bisogno della curva».
San Siro nodo vitale
Lo stadio è un nodo vitale per le squadre, ma anche per i due fondi proprietari dei club: RedBird per il Milan e Oaktree per l’Inter. Che la costruzione del nuovo impianto, vicino all’attuale Meazza, sia una priorità, non è un segreto. «Se non si potrà, andremo altrove», ha detto il presidente-azionista dell’Inter, Beppe Marotta. «Sarà lo stadio più bello d’Europa», rassicura il numero uno del Milan, Paolo Scaroni. Parlano al Consiglio comunale di Milano, che oggi si riunirà per discutere la delibera di giunta che autorizza la vendita dell’impianto ai club per 197 milioni: 73 subito, il resto a rate. È probabile che la discussione sia rimandata a lunedì e che la maggioranza di centrosinistra si spacchi, con almeno 7 consiglieri pronti a impallinare il progetto affidato all’archistar Norman Foster e allo studio Manica: 71.500 posti, la riqualificazione di un’area di 281mila metri quadrati, 1,29 miliardi di spesa. I contrari, Verdi e parte del Pd, lamentano «insufficienti garanzie ambientali». E sono determinati a salvare l’attuale Meazza, che il prossimo 6 febbraio ospiterà la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali. Ma potrebbe essere il canto del cigno. Per la Uefa il Meazza non è adatto a ospitare né la finale di Champions del 2027 (che è stata prima assegnata e poi tolta a Milano), né l’Europeo del 2032: non rispetta nessuno dei parametri richiesti.
Nuovo stadio: ipotesi 2031
Milan e Inter contano di inaugurare il nuovo stadio nel 2031. Del Meazza sopravviverà la torre sud-est, con negozi, uffici, un museo. Per il resto, giù tutto. Ma il tempo stringe. Il 10 novembre, in base a un parere della Soprintendenza, scatterà il vincolo che impedirà la demolizione. Per questo, sindaco e club hanno fretta. L’alternativa è che le squadre portino fuori città la loro casa.