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Saputo: “Deluso da Thiago Motta e dalla Juve, ma dispiaciuto per il suo esonero”

Il patron del Bologna parla a una tv canadese: “Avevo fatto di tutto per tenerlo in panchina. Noi quarti? Merito di tutti, siamo una famiglia e questo fa la differenza”

BOLOGNA – «Prima dell’Europa volevo creare un Bologna con fondamenta solide, che continui da qui anche quando io non ci sarò più, i tifosi e la città mi hanno saputo aspettare e ora siamo dove volevamo. E io ci sto benissimo». Torna a parlare dopo diverso tempo il presidente rossoblù Joey Saputo, scegliendo l’emittente canadese Omni Television. Ai media d’oltreoceano il chairman concede una lunga chiacchierata partendo dai temi di immediata attualità. E così quando si parla dei tanti cambi fatti in estate dal Bologna, toccando il tema Thiago Motta Saputo dice che «non lo abbiamo sostituito noi, è lui che ha deciso di partire. Ho fatto di tutto per tenerlo, ma mi ha deluso per i modi in cui è andato via. Quelli suoi e della Juventus». Che ora però l’ha esonerato, e «provo dispiacere per lui e il suo staff, so che lavora e ci tiene tantissimo, ma la responsabilità di un club come la Juventus, con tutti quei soldi investiti, mette pressione».

Un capitolo chiuso che ne ha aperto un altro, ugualmente di successo. «È bello essere quarti, anche se il calendario è lungo e difficile – dice Saputo -. Un po’ sono sorpreso, ma abbiamo lavorato duro e preso giocatori che ci potessero portare qui. Il merito va a tutti, da Italiano alla squadra, dai magazzinieri allo staff marketing siamo una famiglia, e questo fa la differenza». Una famiglia in cui Saputo è stato anno dopo anno sempre più presente, «all’inizio per stare vicino a mio figlio che giocava qui ed era minorenne, poi ho capito che la mia presenza è molto apprezzata, e quando il proprietario c’è e i tifosi ne vedono la passione la squadra ne beneficia». Se il Bologna è cresciuto esponenzialmente mentre il Montreal vive anni complicati dopo il defilarsi di Saputo dai ruoli operativi, il motivo sta anche lì, e va ricercato anche nell’atteggiamento della piazza. «Dal Montreal forse è stato un errore staccarmi un po’, ero criticato per essere troppo presente, ho lasciato fare agli altri e ho sbagliato – dice –. Mi fa male sapere che la squadra non è dove l’avevo lasciata e vedo la differenza con Bologna: nel 2012 giocammo in Italia un’amichevole contro i rossoblù, e vidi una squadra con tanti problemi. Oggi il Bologna il Montreal lo massacrerebbe».

E adesso in Canada c’è chi lamenta che Saputo si stia interessando e investendo più in Emilia che sulla Mls, e il presidente replica. «Mi criticano perché sono sempre a Bologna, mi chiedono perché non spendo per il Montreal: perché a Bologna la gente apprezza e mi dà opportunità di lavorare, in Canada no. Dieci anni fa arrivato in Italia chiesi tempo per raggiungere l’Europa perché prima di investire tanto era importante per me capire la cultura calcistica italiana, farci rispettare in Lega, creare basi forti, altrimenti se avessi messo fondi infiniti per poi stancarmi e andarmene non avremmo costruito nulla. Quel tempo mi è stato concesso e ora siamo arrivati». La differenza con Montreal Saputo la percepisce non solo nel rapporto coi tifosi ma anche con le istituzioni, «a Bologna ho porta aperta col sindaco, lavoriamo assieme per creare cose belle per la città e questo è decisivo e dà voglia di investire sulla società, per questo ho scelto di investire le mie energie in Italia». Anche comprando e ammodernando il centro tecnico di Casteldebole e imbarcandosi nella missione ristrutturazione Dall’Ara. Ecco, quella resta una partita ancora intricata. «Sarà complicato, i costi dovevano essere 100 milioni e ora la stima è a 220, farlo è importante ma serve creatività nei dialoghi con Comune, Coni, Governo per capire come».

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