È l’icona del calcio femminile in Italia. Anche oggi, nonostante da poco abbia smesso di giocare e un anno fa abbia salutato la Nazionale. Sara Gama non è più in campo, ma segue le sue ex compagne ogni giorno. In Svizzera, negli Europei che iniziano oggi, lo farà anche da talent per la Rai: «Un’avventura che mi emoziona. Racconterò al grande pubblico il nostro percorso». Parla ancora col “noi” perché il cordone ombelicale con la squadra con cui ha giocato 140 partite non l’ha tagliato: «Con queste ragazze ho condiviso tutto. Ci sentiamo sempre, con mille chat su Whatsapp. Siamo come sorelle, per noi è naturale stare assieme».
L’ultimo vostro incontro?«Una settimana fa a Coverciano, sono andata a salutarle e a trasmettere un po’ della mia carica. Il percorso di avvicinamento è stato positivo, le ragazze stanno bene, sento l’entusiasmo giusto».
Come nel Mondiale del 2019?«Allora costruimmo con l’ambizione una grande fiducia. Ora arriviamo da un Europeo e un Mondiale deludenti, c’è voglia di dimostrare il nostro valore».
Domani il debutto nella fase a gironi a Sion, contro il Belgio.«Ha giocatrici forti e ci ha eliminato nell’Europeo del 2022. Poi ci aspetta il Portogallo, in grande crescita, e infine la Spagna campione del mondo, l’ostacolo più alto. Ma vedo un’Italia che compete ad armi pari anche da un punto di vista fisico, grazie a una preparazione diversa. In passato non era così. Abbiamo giocatrici versatili, un ottimo mix tra le più giovani e le esperte. I punti fermi restano Giuliani, Linari, Giugliano, Bonansea e Girelli».
A Girelli ha passato la fascia da capitano. Che leader è?«Cristiana ha valori straordinari, è una persona positiva, innamorata del gioco, lo ama come quando era bambina. Trasmette entusiasmo».
L’obiettivo è arrivare ai quarti?«Abbiamo diverse frecce al nostro arco e tutte le carte in regola per farcela».
La nazionale da battere?«L’Inghilterra campione in carica. Ma, almeno per ora, è l’ultimo dei nostri problemi».
La Svizzera ha perso 7-1 contro l’under 15 maschile del Lucerna. Un risultato che ha fatto discutere.«Polemiche sterili. Il calcio maschile e quello femminile non saranno mai paragonabili, c’è una differenza fisica sostanziale, assurdo che vada ancora precisato. Questo confronto si fa solo nel calcio perché in Italia è lo sport più seguito ed è un luogo di potere, e dove c’è il potere si fa fatica ad accettare le donne. I paragoni danno la cifra del pregiudizio che ancora esiste sul calcio femminile».
Sofia Cantore ha lasciato la Juventus e sarà la prima italiana a giocare negli Usa, a Washington.«Comprendo la voglia di fare un’esperienza all’estero in un campionato così competitivo. Certo, dispiace che la serie A perda un talento così».
L’Italia è ancora lontana da queste realtà?«C’è tanto da fare. Va aumentato il numero delle tesserate, tra le bambine e tra le adulte: il movimento calcistico femminile è come una piramide, la base deve allargarsi per poter competere con le migliori realtà. E poi deve crescere il numero di squadre sul territorio. Chi vuole giocare deve poterlo fare vicino a casa, altrimenti magari si scoraggia e cambia sport».
La sua vita dopo il ritiro?«Felice. Ho molti impegni. Seguo il lato dirigenziale del calcio».
Chi è la nuova Sara Gama?«Tutte hanno qualcosa di unico. Nessuna deve diventare come me, ma deve ambire a essere la migliore versione di sé stessa».