La curiosità di Gasperini il debuttante, la tensione di Sarri il veterano. Il derby romano ruota tutto intorno agli allenatori, i due tecnici più anziani della serie A (67 anni il romanista, 66 il laziale) e gli unici ad aver vinto in panchina una coppa internazionale, l’Europa League: Gasperini l’ha conquistata nel 2024 con l’Atalanta, Sarri nel 2019 con il Chelsea.
Mille agenti schierati
Filosofie di gioco opposte, sull’orario – le 12.30, 35 gradi previsti – si ritrovano dalla stessa parte: «Questo caldo è un problema per i giocatori», sottolinea Gasperini. Pesante Sarri: «È una sconfitta del calcio e delle istituzioni, che evidentemente sono in difficoltà a mantenere l’ordine pubblico». Per evitare il solito, inaccettabile clima di guerriglia, mille agenti schierati, droni per controllare le zone a rischio – Olimpico esaurito – e allarme per l’arrivo di ultrà stranieri e non solo.
Le motivazioni
In questo clima, gli allenatori provano a motivare i calciatori puntando su concetti eccessivi: «Se c’è una partita per cui vale la pena morire dal caldo è il derby», dice Sarri. Che ne ha vinti 4 su 6: «Ma ricordo solo l’unica sconfitta, il disagio che provavo, la vergogna. È la sfida tra due popoli che dal punto di vista sportivo si odiano». D’altronde lui ha sempre considerato questa partita «emotivamente massacrante». Chissà se lo stress finirà per contagiare Gasperini: «Di sicuro, io e Sarri abbiamo fatto la gavetta e ora meritiamo di ritrovarci a giocare un derby così importante».
Gasperini vuole recuperare Pellegrini
Altro punto in comune, l’insoddisfazione per il mercato: Lazio bloccata dalla Covisoc, Roma dal Fair Play Finanziario e ora Gasp è costretto «a uscire dalla zona di comfort, quella legata a una rosa con certe caratteristiche». Non ha avuto il trequartista di piede destro richiesto, così è orientato a rilanciare Pellegrini: «Voglio recuperarlo, ma se è inviso a pubblico e società come posso riuscirci? Io ci proverò, ma dovremmo farlo tutti insieme altrimenti diventa un problema e allora punterò su un altro giocatore». Città in apnea: chi vince svolta, chi perde va in crisi, il pareggio non serve a nessuno ma fa respirare tutti.