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Sarri-Gasperini, una storia infinita: Lazio-Roma, in panchina il derby delle filosofie opposte

Quello di oggi sarà il 22° confronto tra i due tecnici, banco di prova del calcio progressista

L’incrocio dei massimi sistemi. Il dogmatismo gasperiniano (“I miei principi non sono modificabili, altrimenti dovrei snaturarmi e non voglio farlo”) e l’oltranzismo sarriano (“È difficile che io possa diventare un altro, dopo vent’anni di calcio fatto nello stesso modo”). Rivoluzioni a confronto: Lazio-Roma è il banco di prova del calcio progressista. Il Sarriball (così lo ribattezzarono a Londra, quando Maurizio allenava il Chelsea) e il nuovo calcio totale di Gian Piero Gasperini.

La panchina che difendono li divide, l’idea che sostengono li unisce. Se gli opposti si attraggono, cosa fanno i simili? Lo dirà il derby romano, dalle 12.30 sul prato dell’Olimpico. L’ultima tappa di una storia infinita, la prima da tecnici delle squadre capitoline.

Sarri-Gasp, il primo scontro

Gasperini è l’allenatore che Sarri ha sfidato più volte (21), con un bilancio che sorride al toscano: 7 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte. Praticamente il regno dell’equilibrio, cominciato vent’anni fa, il 29 ottobre del 2005. L’uno contro l’altro in Serie B (“Abbiamo fatto entrambi la gavetta”, sottolinea Gasperini): Sarri guidava il Pescara contro il Crotone di Gian Piero, che a centrocampo schierava uno dei suoi predecessori sulla panchina romanista: Ivan Juric. Risultato? Perfettamente bilanciato: zero a zero.

Dalla B alle sfide di alta classifica

Nella serie minore si affronteranno due volte ancora: una vittoria per Gasp e un pareggio, nel marzo del 2007. Poi salto nel futuro: si rivedono nel 2014: Genoa contro Empoli. Ancora una volta, governa l’armonia: uno a uno. Le sfide più emozionanti arrivano col salto di qualità in panchina: Gasperini rivoluziona l’Atalanta come Sarri riforma il Napoli, affondato in casa – nel 2017 – da una doppietta targata Caldara. È il segno dei tempi che stanno cambiando: la Dea s’è fatta grande. Maurizio sa come rifarsi, anche quando ritorna dopo la parentesi londinese. La sua Juventus – novembre 2019 – atterra l’Atalanta con una rimonta splendida, griffata Higuain (doppietta) e Dybala, che oggi si ritrova contro (almeno idealmente, perché l’argentino della Roma è ai box per infortunio).

Sarri e i derby

L’ultimo atto dice Gasp: 3-1 nel febbraio 2024, qualche settimana prima che Sarri rinunci alla panchina laziale. Ma qualcosa è cambiato: Maurizio è di nuovo lì, uomo derby non a caso (in abiti biancocelesti ha battuto la Roma quattro volte su sei). Davanti ritrova un Gian Piero inedito: “Sono convinto della bontà della mia scelta. Con questa rosa, devo uscire dalla mia zona di comfort”, ha spiegato l’allenatore giallorosso. Perché le panchine romane, almeno per il momento, hanno smussato la spigolosità delle loro filosofie, costringendoli a ritrattare, come dimostrano le ultime dichiarazioni sulle rose incomplete, chi per il mercato bloccato (Lazio) chi per i troppi affari sfumati (Roma). Senza mai rinnegare la dottrina, però. Dogmatici sempre, anche nel regno dell’equilibrio.

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