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Sassuolo promosso in serie A. I segreti della squadra di Fabio Grosso, dallo psicologo alla dieta

Con cinque turni d’anticipo i neroverdi tornano nel massimo campionato subito dopo la retrocessione della scorsa stagione. Decisivo il pareggio dello Spezia a Mantova

Un dolce ritorno al futuro. Piacevole ma immediato, senza perdere tempo. Perché il Sassuolo in Serie B ha corso troppo veloce, quasi avesse fretta, centrando la promozione in serie A cinque giornate prima della naturale conclusione del campionato. Quella che un anno fa sembrava la canonica discesa infernale di una retrocessa – le compagne di viaggio Salernitana e Frosinone sono rispettivamente terzultima e dodicesima – ha preso le tinte di una tranquilla gita fuori porta. E la macchina neroverde il pilota Fabio Grosso ha deciso di parcheggiarla in serie A con largo anticipo, giusto per essere sicuro, come pure aveva fatto con il Frosinone due anni fa. Dopo la vittoria nel derby contro il Modena di ieri, decisivo il pareggio di oggi per 2-2 dello Spezia terzo (ora a -16 dalla capolista) a Mantova.

«la classifica della serie B»

Il campionato del Sassuolo

Le uniche sconfitte – 4 – sono arrivate tutte contro grandi squadre (Cremonese, Pisa, Spezia e Palermo), ma il ritmo tenuto col resto del gruppo ne ha attutito la gravità. Certo, rimane intatto il primato del Benevento – promosso sette turni prima della fine nel 2020 – ma la strada tracciata verso la serie A dal Sassuolo merita comunque di essere ripercorsa e studiata. Come fosse un modello per le altre squadre. A cominciare dai numeri sul campo. Quelli di un attacco travolgente (73 gol fatti, oltre due a partita), guidato da Laurienté (secondo in classifica marcatori con 15 reti), Mulattieri (9) e Pierini (10), neanche fosse un titolare fisso. Senza dimenticare il sempre (nero) verde Berardi, che dopo il brutto infortunio al tendine d’Achille ha rimesso in testa la corona di assistman (12 in 25 partite).

Come gioca il Sassuolo di Grosso

Gli elementi di un ingranaggio ben oliato dalle mani di Grosso, bravo a spalmare il minutaggio su tutta la rosa. L’eroe azzurro di Berlino 2006 nel suo 4-3-3 – spesso trasformato in 4-2-3-1 – ha esaltato la costruzione dal basso, coinvolgendo al meglio gli esterni e i centrocampisti: il norvegese Thorstvedt su tutti, letale sulla trequarti (7 gol) fino allo stop per infortunio al tallone. Solo uno dei tanti protagonisti di una rosa giovane – la terza per età media dei calciatori scesi in campo in questa stagione di B – e sostenibile. Perché il successo in campionato riflette le scelte di un progetto societario solido.

Sassuolo, rosa non stravolta dopo la retrocessione

Quello messo in piedi dall’amministratore delegato Giovanni Carnevali, che insieme al direttore sportivo Francesco Palmieri ha costruito – o meglio, preservato – una squadra troppo forte per la B. In questo modo il Sassuolo ha conservato il suo blocco identitario, senza cedere i big e anzi rafforzando la rosa con innesti mirati a un futuro stabile in serie A: da Bonifazi a Mazzitelli passando per Verdi. Merito anche della buona gestione dei 25 milioni garantiti dal cosiddetto paracadute (lo strumento finanziario che aiuta le squadre retrocesse), che hanno fatto respirare un bilancio relativamente in salute – nel 2023 in rosso di 7 milioni di euro – grazie al supporto finanziario dello sponsor Mapei e alle vecchie plusvalenze. Senza contare i soldi derivanti dall’imminente promozione, che in termini di ricavi da diritti tv si aggireranno intorno ai 26 milioni.

L’importanza dell’aspetto mentale

Nella lista degli ingredienti per la vittoria non bisogna poi trascurare l’aspetto mentale, centrale nel progetto Sassuolo, che da anni si affida allo psicologo dello sport Andrea Menozzi, come rivelato dalla Gazzetta di Modena. “Nel calcio si lavora ancora poco sull’aspetto mentale degli atleti. Ho visto molti ragazzi – ha spiegato Menozzi durante un incontro di febbraio al Mapei Football Center– perdere l’amore per quello che fanno e smarrirsi nella corsa al professionismo perché non erano capaci di gestire il tutto mentalmente”.

La dieta dei giocatori del Sassuolo

Ma il successo del Sassuolo si gioca pure a tavola. “La dieta è spesso vista solamente come un foglio di carta da rispettare rigorosamente ogni giorno, ma non è così. Rappresenta uno stile di vita”, ha rivelato il dietista del club Davide Tonelli. Ad esempio, nei due giorni precedenti alla partita, i calciatori fanno dei pasti particolari, ricchi di carboidrati. Quindi pasta, riso e patate. Quanto basta per alimentare i sogni.

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