Sarà l’oggetto simbolo degli Europei, con tanto di foto iconica. La borraccia su cui Pickford, portiere dell’Inghilterra, ha incollato l’elenco dei giocatori svizzeri con indicazioni su dove e come battono i rigori. Ha funzionato parecchio.
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La Svizzera torna a casa, i suoi tifosi però stravincono la gara dei cartelli allo stadio. Uno recita: “Il vostro Re sta guardando Wimbledon. Il nostro Re lo ha vinto 8 volte”. E anche il più prosaico: “God save the Cheese”.
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Al 13’ del primo tempo supplementare di Inghilterra-Svizzera Dario Di Gennaro, telecronista Rai, spiega che Düsseldorf si chiama così perché è nata sulle rive del fiume Düssel. E a quel punto si è aggiunto Dorf – ovvero villaggio – ed ecco fatto. Fantasmagorica la trollata successiva di Andrea Stramaccioni, di fianco a lui: “Dobbiamo ringraziare che la partita sia andata ai supplementari, altrimenti questa cosa non l’avremmo mai saputa”.
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Per oltre un’ora Inghilterra-Svizzera ha fatto dormire. E lì una buona alternativa era sul canale Raisport, che in contemporanea (per la rubrica Memory) dava la telecronaca integrale di Polonia-Brasile, finale per il terzo posto ai Mondiali del 1974. Telecronaca di Bruno Pizzul, vinse la Polonia 1-0 con gol di Grzegorz Lato. Ma a Raisport sanno quello che fanno. Era il 6 luglio, esattamente 50 anni prima. Niente male.
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In Rai sono inviperiti, l’amministratore delegato Roberto Sergio ha scritto un post infuocato. Succede che i quarti di finale della prossima Coppa Italia sono stati programmati in piena settimana di Sanremo. Partite che potrebbero avere in campo tutte le grandi e che verranno trasmesse in chiaro – da Mediaset. Sergio si chiede: “I telespettatori avranno da ridire?”. Chissà. Ma magari moltissimi di loro saranno felici dell’alternativa a disposizione.
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Succede agli Europei e anche in Copa America. I ct hanno capito che in caso di occasione clamorosa fallita da un loro giocatore, il regista dopo pochi secondi manda il replay della loro reazione. E allora, quando succede, loro adesso urlano il loro Noooo portandosi le mani al volto, ma un secondo dopo applaudono, come a dire: va bene così, forza. Mentre il loro sguardo continua a maledire il giocatore che ha sbagliato.
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Venerdì, ai quarti, è andata in scena l’ultima di Kroos, forse di Cr7, di Thomas Müller e altri. A Notti Europee su Raiuno si commenta tutto quanto e per Eraldo Pecci è l’occasione per rinverdire vieppiù quello che rimane uno dei suoi evergreen più celebri. A fine carriera, il presidente gli chiede: “Non è che hai intenzione di smettere di giocare, vero?”. E Pecci: “Guardi, io in realtà ho smesso due anni fa. Per fortuna non ve ne siete accorti”.