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Scudetto, Conte fissa i criteri per scegliere la favorita: li abbiamo utilizzati per analizzare la serie A

Il tecnico del Napoli ha scelto rosa, ingaggi e blasone: vediamo allora chi dovrebbe vincere il campionato

Serve un sistema più o meno scientifico o vagamente matematico, un algoritmo artigianale, per stabilire chi sia il favorito in Serie A? Il metodo lo ha suggerito Antonio Conte, ovviamente pro domo sua: «A vincere gli scudetti sono sempre la storia, il valore patrimoniale della rosa e il monte ingaggi». Magari sempre sempre no, quasi sempre però sì. L’importante, pensa l’allenatore del Napoli, è alleggerirsi del peso del pronostico, una responsabilità che finora hanno accettato di accollarsi solamente Simone Inzaghi (ma per forza, il campione in carica non può esimersi) e Paulo Fonseca, forse perché la mentalità americana dei proprietari yankee non concepisce il rifugio nel basso profilo.

Gli altri svicolano, eludono, rimbalzano, quasi s’offendono: favorito sarà lei! In questi giochi dialettici — che in senso esteso possiamo chiamare mind games — Conte è un fuoriclasse, come lo erano Allegri e Mourinho. Il suo metodo empirico per designare il favorito perfetto se l’è studiato dopo che Thiago Motta prima e Giuntoli poi hanno infilato il Napoli nella corsa al titolo e arretrato il punto di partenza della Juventus.

Motta, addirittura, ha definito in odore di scudetto le due big incontrate (la Roma, prima del Napoli) ma non ha mai voluto dichiarare né l’obiettivo suo né la richiesta che gli ha fatto la società: dice che non ha senso parlarne adesso, che il suo obiettivo è vincere la partita che viene (anzi, «ottenere il risultato che vogliamo», che è come mettere una tripla in schedina) e niente più: «Parlare di altro, adesso non ha senso». Però parla degli altri.

A Conte è saltata la mosca al naso, specie dopo che a quelle di Motta si sono aggiunte le parole di Giuntoli («Lo scudetto? Inter e Napoli»). «’ccà nisciun è fess» ha detto un Antonio in grande forma, prima di presentare il suo algoritmo fatto in casa.

Chi è dunque il favorito?

Chi è dunque il favorito, in base ai tre parametri “contiani” che, seppure empirici, sono senz’altro credibili e affidabili? Ne risulta che il Napoli lo è meno di tutti, visto che come monte ingaggi è quinto (lo precede anche la Roma), come valore della rosa è quarto e per blasone sesto sia che si considerino i trofei annoverati dal club (ne ha 12 come il Torino e sta dietro e Lazio e Roma che ne vantano 16) sia i punti conquistati in Serie A da quando esiste il girone unico, cioè dal 1929. La storia misurata sulla classifica perpetua nuda e cruda dice: prima Juventus (5821 punti), seconda Inter (5589),terzo Milan (5299), quarta Roma (4834) e quinta Fiorentina (4308).

I risultati delle statistiche

Le statistiche hanno dunque scoperto l’acqua calda: la favorita per il titolo è l’Inter, che da questa stagione ha scavalcato la Juventus diventando la società con il monte ingaggi più alto così come più alto è il patrimonio tecnico che possiede, per altro brillantemente valorizzato in questi anni. La Juve, che sbaraglia tutti in quanto a blasone, viene subito dopo (ditelo, a Motta) ed è grosso modo al livello del Milan, che paga qualcosa in meno a livello di stipendi ma che, grazie alle ultime due campagne acquisti, ha alzato il valore di mercato della rosa. E anche la bacheca è ricca, molto ricca. Per stabilire quanto vale economicamente una squadra abbiamo usato i dati del Cies, il Centro di Studi dello Sport che ha sede a Ginevra in Svizzera: adotta un sistema scientifico basato su sei parametri ufficiali e considera solamente i calciatori di proprietà, inclusi quelli mandati in prestito. In ogni caso la classifica non cambia se la fonte è Transfermarkt, che ha un approccio più soggettivo ma considerato corretto anche degli addetti ai lavori, che usano il portale tedesco come unità di misura.

I vantaggi del Napoli

Conte rivendica dunque il diritto di starsene al coperto, anche se glissa su due vantaggi che ha sulla concorrenza: allena quattordici giocatori che sono stati campioni d’Italia neanche due anni fa e non partecipa alle coppe, che per lui è un beneficio enorme, visti i campionati vinti alla Juve (2012), al Chelsea (2017) e all’Inter (2021) stando fuori dall’Europa o standoci dentro pochissimo (in nerazzurro uscì dalla Champions ai gironi).

Metodo Conte applicato in Champions

A proposito di Champions: esportando il metodo Conte, lo strafavorito è il Real, primo per stipendi, valore della rosa e pedigree, mentre nelle zone alte stanno City, Barcellona, Bayern e Arsenal. Più indietro il Liverpool e, da quest’anno, il Psg. L’Inter è ottava sia per monte ingaggi sia per patrimonio tecnico (secondo Transfermarkt): dovesse uscire ai quarti, Inzaghi saprà che discorso fare.

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