Donne, è arrivato l’arrotino. Ripara le forbici e poi con quelle stesse forbici vi taglia il budget che usate per giocare a calcio. Anche se siete delle campionesse, anche se siete delle fuoriclasse, anche se siete Aitana Bonmatí, per la terza volta consecutiva Pallone d’oro. Gli uomini sono entrati nell’età del ricambio generazionale, con un quarto calciatore diverso premiato in quattro anni dopo 13 trofei su 15 andati a Messi e Ronaldo, Ronaldo e Messi. Le donne invece hanno lei, la versione femminile di don Andrés Iniesta secondo le parole di Pep Guardiola, che quel tipo lo ha conosciuto bene. “Sono innamorato di lei e del suo modo di giocare” ha detto due anni fa ma non gli pareva abbastanza, così qualche mese dopo ha aggiunto che “se un giorno dovesse capitarmi di diventare il presidente del Barcellona – devo avvisarti – ti farò firmare come direttrice sportiva del club”.
Parola d’ordine: salvare il Barcellona maschile
Ecco. Se un giorno dovesse davvero succedere, bisognerebbe prima restituire ad Aitana Bonmatí e alla sezione femminile del Barça quel che gli arrotini in estate hanno deciso di tagliare. La squadra che ha vinto la Liga, la Coppa del Re e la Supercoppa, la squadra delle sei finali di Champions negli ultimi sette anni, sta perdendo un pezzo dietro l’altro. Molte partenze, pochi acquisti, una contrazione improvvisa delle spese. C’è un’urgenza. Salvare la squadra dei maschi. La finanza creativa di Joan Laporta e del suo cda ha portato alla vendita di quote dei Barça Studios, alla cessione dei diritti audiovisivi e del 25% dei diritti tv, a un accordo con Spotify. Ma i lavori per la gigantesca ristrutturazione del Camp Nou sono in ritardo più che alla Sagrada Familia. Barcellona-Valencia è stata giocata in uno stadio da 6 mila posti. Solo dopo diversi colpi di scena è stato possibile ottenere lo stadio al Montjuïc per ospitare il PSG il 1° ottobre.
Una rosa che si sta riducendo
Così, al presidente del Barça è venuta un’idea. Tagliare le spese delle donne per far tornare i conti degli uomini. Un anno dopo l’utile di bilancio della sezione femminile, una riunione straordinaria convocata con molti dirigenti in ferie ha partorito la decisione di sforbiciare 7 milioni. Sei calciatrici sono andate via, alcune per motivi personali, altre per ragioni sportive, tutte per i bisogni del club. Le offerte che un tempo venivano respinte adesso fanno gola. La rosa è scesa a 18 calciatrici e nell’estate del 2026 scadono i contratti di Mapi León, Ona Batlle, Salma Paralluelo, Claudia Pina, Caroline Graham Hansen, Cata Coll e Alexia Putellas, due volte Pallone d’oro prima dei tre di Aitana. Markel Zubizarreta e Jonatan Giráldez, direttore sportivo e allenatore della squadra femminile, sono passati al Lione, dove da certi tormenti sono già passate e uscite. Nella primavera di due anni fa, i soliti guai finanziari della squadra maschile hanno fatto mettere in vendita il 53% della sezione femminile.
L’idea è riaffidarsi alla Masia
Ora a Barcellona dicono che in assenza di investimenti bisognerà tornare a fare affidamento sulla Masia, quel settore giovanile in cui si è formata Aitana Bonmatí e non solo come calciatrice. È stata una delle animatrici del primo ammutinamento contro i’ex c.t. Jorge Vilda. È tornata in tempo per vincere i Mondiali del 2023 e per convincere Jennifer Hermoso che faceva male, faceva molto male a ridere in pullman e sottovalutare quella storia del bacio ricevuto sul palco dal presidente Luis Rubiales. Ora ce ne occupiamo insieme. Ha un’aria da ribelle perché l’ha visto fare in famiglia. I suoi volevano registrarla con il cognome della madre prima di quello del padre, due professori di lingua e letteratura catalana, ma la legge non lo permetteva. Era una decisione legata al passato dell’uomo, Vicent Conca, arrestato alla vigilia dei Giochi di Barcellona per la sua relazione con il movimento indipendentista. Rimase in cella quattro notti, fu torturato, dodici anni dopo gli agenti responsabili sono stati condannati.
Il cognome della madre
Aitana non era ancora nata, ma aveva 16 mesi quando invece cambiò la legge sui cognomi. Per questo adesso i suoi Palloni d’oro non sono di Conca ma di Bonmatí, alta 1 metro e 61, 55 chili, un team personale composto da un preparatore fisico, due fisioterapisti, uno psicologo, un esperto di biomeccanica e un nutrizionista. Ogni mattina a colazione mangia due crostini di pane di farro con avocado e formaggio, manchego se possibile altrimenti basta che sia secco, prende un caffè con latte d’avena e un kiwi giallo. È il simbolo di quel che il calcio ha fatto in Spagna, sia per la diffusione (tesserate triplicate in 10 anni) sia nella società, dove ha spinto la Ley Solo sí es sí, per un consenso chiaro prima di una relazioni sessuali. Gli arrotini stiano attenti, gli arrotini stiano molto attenti.