Giancarlo Antognoni ha trascinato per anni la Fiorentina e la Nazionale con la classe del trequartista, un ruolo sempre più in disuso, o 'spuntato' nel calcio di oggi: "Gli allenatori oggi hanno troppo potere, se mettessero da parte gli schemi e lasciassero più libertà a chi ha talento, come facevano con Platini, forse ci sarebbero più 10: io giocherei a centrocampo, mezzala di regia alla De Bruyne. Ero un '8 e mezzo', giocavo sulla trequarti, ma partivo spesso da dietro: dicevano che ero un regista, ma ero trequartista; marcavo un centrocampista rivale, coprivo, poi ricevevo palla e inventavo. Con Bearzot ero quasi una mezzala, ma cercavo il gol e mi piaceva tirare da fuori".
"Bisogna distinguere, Zico era un '10 e mezzo', come Maradona e Baggio, Totti e Del Piero, tutti molto offensivi; Platini era un centrocampista totale che giocava dovunque e segnava tanto. Rivera, il mio idolo, era un trequartista, Mazzola era più attaccante. Adesso manca chi fa breccia in questo calcio chiuso, con squadre corte, aree affollate e strategie difensive: uno che fa segnare e fa gol è prezioso; il 4-4-2 e il 4-3-3 hanno ucciso i numeri 10, quelli che stanno dietro le punte. L'unico sistema tattico in cui possono sopravvivere è il 4-2-3-1, diventando seconde punte. Dybala ha tantissimo di Platini, potrebbe fare la seconda punta. Uno che mi somiglia? Pellegrini, è centrocampista e rifinitore, un 10 a tutto tondo" traccia qualche paragone a 'La Gazzetta dello Sport'.
Alla carrellata tutta classe e fantasia prendono parte emergenti e veterani della nostra Serie A: "Luis Alberto è un 10 classico, capisco che i tecnici vogliano gente concreta e fisica, ma questo limita creatività e spettacolo; Samardzic è bravo, grandi giocate da mezzala, copertura a centrocampo e un gran sinistro. Baldanzi ha i numeri del trequartista, Fazzini ha più rottura: può fare il trequartista Castrovilli, quando sta bene. Pogba può fare tutto con la tecnica che ha, ma il migliore è De Bruyne, che viene però incasellato in un ruolo, mentre Platini svariava: non costruiscono più le squadre attorno ai grandi giocatori".