Bratislava – Un’ora abbondante di sofferenza e poi il sospirato allungo nella parte conclusiva della gara, che ha permesso al Milan di piegare (3-2) la resistenza dello Slovan e di portare via da Bratislava tre punti molto preziosi, che avvicinano se non altro la qualificazione al barrage dei sedicesimi di finale. Ma anche in Champions League i rossoneri hanno confermato di essere ancora alla ricerca di una identità precisa e sono stati costretti a fare più fatica del previsto per superare l’ostacolo di un avversario di gran lunga inferiore. Il botta e risposta nel primo tempo tra il solito Pulisic e l’armeno Barseghyan aveva infatti temere il peggio a Fonseca, che nella ripresa se l’è poi cavata rilanciando dalla panchina il grande escluso Leao, l’autore del liberatorio raddoppio a metà del secondo tempo. Poi Abraham ha approfittato dello svarione difensivo di Strelec per firmare lo strappo decisivo, senza tuttavia rendere facile il conto alla rovescia fino al 90′: gol di Marcelli e successo tra i brividi.
«La cronaca della gara»
Ma è stato un Milan diabolico, soprattutto per l’ostinazione con cui anche in Europa la squadra di Fonseca ha continuato a ripetere gli stessi errori: in una trasferta che ha ricordato da vicino e a lungo quelle di campionato a Parma e Cagliari. I rossoneri hanno sofferto infatti anche contro una “provinciale” della Champions come lo Slovan Bratislava: reduce da 4 sconfitte consecutive e fanalino di coda del girone fino al fischio d’inizio con un bilancio di 15 gol subiti e solo 2 segnati. Da horror il primo tempo, in cui i debuttanti slovacchi hanno dimostrato di aver studiato molto bene i loro avversari e li hanno costretti a palleggiare in maniera sterile negli spazi stretti, per poi colpirli di rimessa. Escluso come previsto dalla formazione titolare Leao, con Okafor che però ce l’ha messa tutta per farne sentire la mancanza.
Tanti sbandamenti difensivi
Sono stati tuttavia gli ormai strutturali squilibri tattici del modulo 4-2-3-1 a mettere nei pasticci il rientrante capitano Calabria e i suoi distratti compagni, insensibili finanche al forte campanello d’allarme scattato all’alba della partita: contropiede elementare di Strelec (15′), dribbling sull’uscita di Maignan e gran salvataggio a porta vuota di Pavlovic. Per questo non è bastato nemmeno il guizzo vincente del solito Pulisic (21′, assist di Abraham) per rendere più semplice la sfida. Colpa della prateria che si è spalancata inspiegabilmente davanti all’armeno Barseghyan, che ha potuto attraversare senza alcun ostacolo tutto il campo e ha firmato subito il pareggio (24′).
Leao entra e incide
Nella ripresa Fonseca ha sostituito l’invisibile Okafor con Leao e il portoghese ha dato la scossa, trovando dopo un lungo assedio il vantaggio su assist di Fofana (23′). Poi Abraham si è illuso di aver chiuso i conti firmando il tris, su uno svarione della difesa dello Slovan. Invece per il Milan è stato di sofferenza anche il finale, con il gran gol firmato dalla distanza da Marcelli (43′ st). Troppo tardi per mettere in discussione la vittoria dei rossoneri: tanto preziosa, quanto piena di punti interrogativi.
SLOVAN BRATISLAVA-MILAN 2-3 (1-1)
Slovan (3-4-3): Taká? 5.5 – Bajri? 5.5, Kashia 5, Voet 5 (31′ st Marcelli 7) – Blackman 6, Kucka 6 (31′ st Tolic 4), Savvidis 6.5 (45′ st Mak sv), Medvedev 6 – Barseghyan 7, Strelec 4.5, Metsoko 6 (21′ st Ihnatenko 6). All. Weiss 6.5
Milan (4-2-3-1): Maignan 6 – Calabria 5.5 (30′ st Emerson Royal sv), Pavlovic 7, Tomori 5.5, Theo Hernandez 5 – Fofana 7 (30′ st Musah sv), Reijnders 6 – Chukwueze 5.5, Pulisic 7 (30′ st Loftus Cheek sv), Okafor 5 (1′ st Leao 7) – Abraham 7 (39′ st Camarda sv). All. Fonseca 6.
Arbitro: Sanchez (Spa) 6.5
Reti: 21′ pt Pulisic, 24′ pt Barseghyan, , 23′ st Leao, 26′ st Abraham, 43′ st Marcelli
Note: espulso Tolic (45′ st), amm. Chukwueze, Calabria e Tomori.