BERLINO — “Voglio che i miei calciatori siano capaci di essere la migliore versione di se stessi. Le notti complicate mi hanno insegnato che nel calcio tutto può cambiare in un attimo, che la linea tra vittoria e sconfitta è sottilissima. Ci sono cose più importanti, però il calcio mi ha dato tanto e adesso sono a un passo da un momento importantissimo”. Southgate non finge che questa finale dell’Europeo non abbia un significato unico, per la squadra e per l’Inghilterra tutta: “Abbiamo un’occasione fantastica. Ognuno ha una reazione emotiva diversa. Ma qui ci sono giocatori che stanno insieme da 6-7 ani. Ci piacerebbe regalare al nostro popolo una notte molto speciale. Più che nel destino io credo nei sogni. Il nostro percorso ci autorizza a pensare che possiamo realizzare il nostro sogno”.
Southgate e l’occasione storica
I grandi tornei sono fatti di grandi incastri: “La squadra è migliorata via via, ha dimostrato grande resilienza. Abbiamo un’occasione storica. In otto anni da ct mi è capitato di passare serate difficili, ma se siamo qui, è perché le abbiamo superate. Dobbiamo vincere anche per conquistare il rispetto del mondo calcistico. Non abbiamo avuto molto tempo per preparare questa partita, abbiamo cercato di analizzare alla perfezione il nostro avversario. Non so ancora che cosa dirò ai calciatori, però il messaggio alla squadra non è mai cambiato: il nostro era un obiettivo a largo raggio, i dettagli conteranno molto e decideranno la partita. La scelta delle decisioni sul campo sarà fondamentale”.
Southgate e la tattica del palleggio
Sarà, spiega il commissario tecnico inglese, anche una sfida tattica: “La Spagna è molto organizzata, ma il pallone lo sappiamo tenere anche noi: con l’Olanda abbiamo giocato davvero bene e lo vogliamo fare anche in finale. Il loro progetto parte da lontano, dalle selezioni giovanili, ma anche il nostro. Tanti tra i calciatori in campo in questa finale partono da lì. Abbiamo cambiato via via il nostro modo di giocare, superando le difficoltà di chi aveva giocato meno, anche per colpa degli infortuni”. C’è anche un ricordo personale: all’Europeo del 1996 eliminammo la Spagna ai rigori, probabilmente lo avrebbero meritato loro. Io ero in campo e mi ricordo che giocai bene”.
Kane e l’appello ai tedeschi
Il compleanno di Lamine Yamal, 17 anni, è il tema nient’affatto collaterale, che il capitano inglese Kane non dribbla: “Alla sua età fare quello che ha fatto lui in un torneo come questo è eccezionale. Gli faccio gli auguri e mi rallegro per lui”. L’altro tema è il ricordo ancora fresco della sconfitta di tre anni fa a Wembley contro l’Italia, ai rigori: “Questo dimostra la nostra forza. Dimostra la mentalità della squadra. Ma Ora dobbiamo fare un ultimo passo in avanti”. Per lui, che gioca nel Bayern, sarà una partita doppiamente speciale: “Io non sono venuto al Bayern perché c’era l’Europeo in Germania. Ho visto però l’appoggio dei tifosi tedeschi, mi sono arrivati tanti messaggi di incitamento. Ringrazio i tifosi tedeschi, mi motivano tantissimo. I tifosi mi hanno sempre aiutato molto nella mia carriera, è arrivato il momento di ricambiare”.
Kane e un curriculum senza trofei
Il centravanti dell’Inghilterra non ha mai vinto un trofeo in carriera, solo i riconoscimenti personali come quelli di capocannoniere: “Ovviamente li scambierei con un titolo europeo, che mi renderebbe molto orgoglioso per me stesso e per il mio Paese. La Spagna è stata la migliore finora all’Europeo, la più vincente. Ma in una partita possiamo certamente batterla. Significherebbe tutto, sarebbe qualcosa di incredibile per la gente vivere questo momento storico. Io ho sperimentato la delusione di tre anni fa. Abbiamo fame e voglia di vincere: è ora di superare questo confine. Non è una battaglia contro qualche giocatore spagnolo in particolare. Sono concentrato sull’obiettivo. Una finale persa è sempre un dolore, è stato un momento duro, ma anche un insegnamento. Sappiamo che cosa dobbiamo fare. La vita cambierebbe? Siamo lontani da casa, ma sappiamo ovviamente quanto ci sperino gli inglesi. Se finisse ai rigori? Ci abbiamo lavorato molto. E il risultato si è visto nei quarti con la Svizzera”.