LIPSIA – Squadra da destino forte? Spalletti garantisce che con la Croazia lo si capirà davvero, sperando che vada meglio rispetto alla batosta con la Spagna: “Ci sono partite che fanno diventare la tua storia piccola o grande: è da questa sfida che nascono i risultati che fanno la tua storia. Quando sono andato nei ritiri dei club, prima dell’Europeo, ho visto la voglia di questi giocatori di partecipare, di esserci. Questa loro disponibilità diventa disponibilità a giocate queste sfide, che fanno parte del cammino della Nazionale”.
I cambi nella formazione
Il ct non fa nomi, però preannuncia qualche cambio fisiologico, dopo la sconfitta di Gelsenkirchen: “Dopo una partita così l’idea di potere cambiare qualcosa c’è, perché poi probabilmente ho sbagliato io a non cambiare un po’ con la Spagna. Ma la squadra che aveva battuto l’Albania mi era sembrata talmente bella che mi pareva un azzardo toccarla. Ora che si è notata un po’ di ruggine e di fatica qualcosa sicuramente cambierò. Si vedrà se saremo in grado di fare valere la nostra freschezza, la velocità e l’intensità”.
Di Lorenzo e Jorginho confermati
Qualche indizio, però, arriva lo stesso, ad esempio su due tra i meno lucidi con la Spagna: “Con Di Lorenzo mi diventa più facile parlare, è veramente mio figlio: faccio sempre fatica a fare a meno di uno con le sue qualità, sono convinto del valore dell’uomo e del calciatore. C’è un’intesa talmente diretta tra noi che ci si capisce al volo. Jorginho lo conosco meno, però ha fatto una partita sotto livello, ma dipende sempre dalla squadra. Se la squadra non gestisce la palla, la colpa non è di Jorginho, ma mia. Lui ha una qualità incredibile che non ha nessuno: sul campo dice a tutti come si devono comportare”. Fagioli preme, ma l’impressione è che debba aspettare: “Abbiamo chi spinge con freschezza ed energia superiori, ma quando Jorginho prende in mano la squadra, possiamo puntare ancora su di lui, al di là di un tempo poco riuscito”.
Retegui in vantaggio su Scamacca
La questione del centravanti che non segna è basilare e pare indirizzare la scelta verso l’oriundo del Genoa, visto che l’attaccante dell’Atalanta non è riuscito a tirare in porta con la Spagna e una sola volta con l’Albania: “Scamacca è un giocatore estroso, da lui ti puoi aspettare grandi cose e anche qualche errore. Retegui è più lineare. E non dimenticatevi di Raspadori”.
Cambiaso promosso, Dimarco verso la panchina
Dimarco ha recuperato in extremis dal lieve infortunio al polpaccio, ma dovrebbe andare in panchina: “Lo abbiamo quasi certamente a disposizione, faremo un ulteriore controllo col medico in mattinata, prima della partita”. Darmian a sinistra sembra la sostituzione naturale e non esclude affatto l’impiego di Cambiaso a destra davanti a Di Lorenzo, nel potenziale 4-1-4-1: “Cambiaso, quando è entrato con la Spagna, l’ho visto bene, al di là del fatto che si sia lasciato trascinare ogni tanto in altre posizioni non richieste. Non me li ha ordinati nessuno questi giocatori: li ho scelti io. Lui sa fare più ruoli e in questo calcio famiglia ci sta bene dentro”.
Vietato ripetere gli errori
La Spagna è un ricordo fresco e doloroso: “La partita dell’altra sera non mi è piaciuta. L’abbiamo analizzata: il passo indietro c’è stato, ma siamo sempre lì, quando si ha a che fare con altre nazionali in un torneo come questo il livello è altissimo. Tutte le squadre oggi sono in grado di mettere assieme venti giocatori di livello top. La partita con la Spagna ci ha insegnato molto”.
La coesione del gruppo
Spalletti non si mostra preoccupato dal rischio di non qualificarsi agli ottavi: “Di sicuro non giocheremo per fare solo il punto che ci basta. Sono molto soddisfatto di quello che vedo: non era banalità dire questo è un gruppo, di cui ci si può fidare per ordine nei comportamenti, disponibilità verso i compagni. Ma non è più il momento delle parole: bisogna fare parlare i fatti, le parole lasciamole da parte”.
Nessun dosaggio di energie
Spalletti esclude che la sua Nazionale sia in grado di dosare le energie: “Non ci siamo affatto risparmiati, anche perché dovevamo rincorrere la Spagna. In tutte e due le partite abbiamo cercato di fare le stesse cose: in una ci siamo riusciti, nell’altra no. La Croazia è più esperta e più tecnica di noi. Distribuiremo energie e velocità, ma non per calcolo. Lo faremo a seconda dei momenti della partita. Il recupero psicologico? Facile: se non si fa risultato, si va a casa. Cerchiamo di essere realisti e sintetici. Il Frecciarossa sta 5 secondi in una stazione: se non ci monti sopra alla scelta, lo perdi”.
Il ritorno dell’Italia nell’olimpo
L’obiettivo è ritrovarsi presto di nuovo nella nobiltà europea: “Ho creduto di potere fare ottime cose con questo gruppo. Ci sarebbe bisogna di più tempo, ma non c’è e bisogna prendere la scorciatoia”. La vecchia tattica – difesa e contropiede – ormai è in soffitta: “Questo calcolo non esiste più: non si deve sapere fare solo una cosa, ma più di una. Ci toccherà anche difenderci e riattaccare velocemente. Ma farlo per tutta la partita ormai non è più possibile: non ci si può difendere sempre bassi e basarsi solo sulle ripartenze”.
Il limite dei giovani italiani: non vanno all’estero
Spalletti guarda anche in prospettiva: “Guardando anche le squadre avversarie, vediamo che avremmo bisogno di più giocatori che vadano a fare esperienza all’estero”. Intanto la ricetta è obbligata: “Cambieremo anche qualche attitudine di squadra. Servirà più resilienza, non possiamo subire. Si cercherà magari di avere magari meno bellezza ma più sostanza, poi è chiaro che la partita la vogliamo decidere a metà campo”. Saltare l’uomo è l’altro obiettivo: “Ma per avere punte esterne che lo facciano serve innanzitutto la sostanza della squadra: dobbiamo giocare il più possibile nella loro metà campo”.
Bastoni: “Vietato avere paura”
Alessandro Bastoni, nuovo leader della difesa della Nazionale, ha un comandamento da trasmettere ai compagni: “Vietato avere paura, non esiste assolutamente in questo sport. La paura non si ha di queste cose, di una partita di calcio, ma di una malattia, di cose ben più gravi. La Croazia è forte, anche con la Spagna, pur perdendo 3-0, ha fatto ottime cose. Ma più che paura suscita grande rispetto: ha calciatori che hanno giocato più di 80 partite insieme, cosa che a volte non capita neppure in un club. Però io penso che la batosta con la Spagna ci abbia unito ancora i più. Quando si perde, deve uscire il vero valore dell’uomo e del giocatore”.
Bastoni: “Coraggio e intraprendenza”
La vecchia ricetta del calcio d’antan, qualche colpo proibito per mettere soggezione agli avversari, non è più possibile, spiega il difensore dell’Inter: “Lo si faceva magari 50 anni: il calcetto, la botta. Oggi non è più possibile, bisogna farsi rispettare attraverso l’atteggiamento in campo, il coraggio, l’intraprendenza, l’autostima”.
Bastoni: “L’intesa con Calafiori cresce”
La coppia con Calafiori è stata varata solo all’Europeo: “Lui mi ricorda me stesso 3-4 anni fa: non ha pautra, ma coraggio. Mi auguro che la nostra affinità si vada a completare nel tempo”. Chiamato a un compito diverso e più da leader rispetto all’Inter, che gioca con la linea a 3, Bastoni lo accetta senza problemi: “Qualcosa di diverso qui lo devo fare, ma poi conta l’intelligenza, conta la capacità di adattarsi al di là del modulo. Al di là dei passaggi sbagliati e degli errori tecnici, con la Spagna c’è stato un problema di atteggiamento: con la Croazia, più riusciremo a tenere palla più li faremo stancare”.