Bruxelles – “I ragazzi si sono meritati una partita bellissima, da giocare senza assilli”. Italia-Francia a San Siro, sette anni dopo Italia-Svezia, che col pareggio senza gol nel ritorno dei play-off per il Mondiale di Russia segnò l’inizio dell’incubo per la Nazionale, può chiudere il cerchio della catarsi. Ci sarà il tutto esaurito e ci sarà soprattutto la possibilità di concludere il 2024 degli azzurri con una partita tutta da gustare. Per il pubblico, per i giocatori stessi e ovviamente per Spalletti: “Sinner è il nostro modello: si allena duramente, ma ha innanzitutto un grande talento”.
Missione riconquista dei tifosi
il commissario tecnico raggiungerà le venti panchine, agganciando Cesare Maldini. La cifra è già congrua per un bilancio a metà strada, non per il vero giudizio al traguardo, che resta fissato per il 2026, al Mondiale americano. Da quando è inciampato all’Europeo tedesco, Spalletti ha un chiodo fisso: risollevare la Nazionale dal limbo della mediocrità in cui è caduta con le due consecutive qualificazioni mancate al Mondiale, che hanno trasformato in parentesi, nella percezione collettiva, l’Europeo vinto nel 2021. Sempre più spesso le partite degli azzurri, incastrate in un calendario pienissimo, sembravano ai tifosi dei club una fortuita interruzione di campionati e coppe. La missione dichiarata, forse l’ossessione, era dunque la stessa di tanti suoi predecessori, anche se sconfinava per lo più nell’utopia: trasformare il più possibile la Nazionale in un club, la squadra degli italiani appunto. Ora l’obiettivo sembra quasi raggiunto.
Spalletti e la sofferenza
Spalletti si gode la rinascita del post Europeo: “Non era facile arrivare in queste condizioni, senza assilli, a una partita spettacolare come promette di essere la prossima, partendo da un girone così difficile. Il Belgio ci sta davanti nel ranking. Averlo battuto a casa sua è il segno di un lavoro straordinario. Sembrava impossibile, lo abbiamo reso possibile”. La sofferenza del secondo tempo ha una logica: “Quando sbagli così tanti gol davanti al portiere, non puoi pensare che queste cose ricapitino con facilità, in casa di un avversario forte come il Belgio”.
Il talento della difesa e di Tonali
“Il talento non è solo fare gol. Il talento è difendere come Di Lorenzo, Buongiorno che si è incollato a Lukaku, è Bastoni. Il talento è Tonali, che è tornato col sorriso e si è messo a disposizione della squadra. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’incoraggiamento del presidente federale Gravina, a me e ai giocatori. Ci ha tolto tanta pressione. Ora facciamo i complimenti a Sinner, che è da guardare, da seguire. La perseveranza ha scelto lui, che è un atleta straordinario”.