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Spalletti o Sinner? Il dilemma degli italiani stasera davanti alla tv

La Nazionale gioca in Francia una gara di grande prestigio, ma il tradizionale predominio del calcio è messo in dubbio dal n.1 del tennis mondiale, impegnato contemporaneamente nela semifinale agli Us Open

Qualcuno raccontava che l’Italia fosse una repubblica fondata sul pallone. Altri che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio. Questa era la storia avanti Sinner. Ma il figlio delle montagne dai riccioli rossi ha cambiato il suo corso. Smash alla tradizione. Stasera alle 21 Jannik non sfida solo Jack Draper nella sua prima semifinale agli Us Open (in chiaro su Supertennis), ma un intero sistema valoriale. Perché un quarto d’ora prima la Nazionale scende in campo per la Nations League: Francia-Italia al Parco dei Principi di Parigi, visibile su Rai 1. Il primo atto di un torneo prezioso in vista delle qualificazioni al Mondiale 2026.

Per essere teste di serie agli azzurri basta arrivare secondi nel girone di Nations, composto anche da Belgio e Israele. Non solo, perché un ottimo percorso nella competizione garantisce un altro salvagente in ottica Mondiale: l’accesso agli spareggi in caso di risultato negativo ai gironi di qualificazione. Insomma, un appuntamento importante per l’Italia orfana di Russia 2018 e Qatar 2022, quest’anno reduce dal disastroso Europeo tedesco. Ma tutto questo basterà per trattenere i telespettatori incollati al primo canale? In quel momento con la sua racchetta Sinner starà disegnando le traiettorie dell’ultimo capitolo slam del suo anno bestseller, iniziato con la storica vittoria agli Australian Open, seguita dalla scalata verso il primo posto nel ranking.

Allora la sua presenza in chiaro incrina il dogma del pallone. Sacrilegio. Sinner sfida Spalletti nel campo dello share, col rischio che l’altoatesino vinca pure lì. “Nazionale? No grazie, preferisco Sinner”, scrive un utente su X. Qualcuno lancia pure dei sondaggi e la racchetta batte gli scarpini in modo plebiscitario. Perché se da una parte gli italiani restano malati di calcio, amato dal 53 per cento del Paese, gli appassionati di tennis sono quasi 4 su 10, come svelato da un sondaggio Demos pubblicato su Repubblica la scorsa primavera. Tanti parlano di effetto Sinner, altri pure di Sinnernomics, come se il suo modello vincente potesse ispirare una politica economica. In effetti, i numeri non mentono: la Federazione italiana tennis e padel chiuderà l’anno con oltre un milione di tesserati, circa 300mila in più rispetto al 2022. Per fare un confronto col mondo del calcio, quelli della Figc sono un milione e 400mila. Un gap ancora ampio ma sempre più sottile, considerando che nel 2000 i tesserati della Fitp erano soltanto 129mila. Un’altra epoca, certo, qualche attimo prima dell’anno zero, quando nasce Sinner, che per conto degli italiani ha trovato tracce di vita anche oltre il pianeta Calcio.

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