Il secondo passo è il più difficile. Ma indica la strada. Sono sempre belli gli inizi, le emozioni, le novità, l’entusiasmo, le fantasie. Poi arriva la realtà. E servono certezze. Dybala, Svilar, Soulé: nella Roma cambiano stagioni-allenatori-dirigenza, ma si torna lì, alla qualità, alla bellezza, è lì che si costruisce il presente e si immagina il futuro. Non serve strategia, servono solo quelli che fanno la differenza. Così ha vinto la Roma, facile facile come idea: tu entusiasmo, io qualità.
«La cronaca della gara»
Il capolavoro di Svilar
Il Pisa ci ha messo grande energia, era prevedibile, è tornato in serie A dopo 34 anni, lo stadio ha avuto l’agibilità all’ultimo minuto, felicità, passione, esaltazione, ci sono tutti i sinonimi insieme in una curva. La Roma con maturità fa sfogare tutte le emozioni di una squadra che vuole fare bella figura davanti a un pubblico diviso tra chi ha meno di 40 anni e non ha mai visto la sua squadra a questi livelli e chi è contento di esserci. Poi si prende la partita con il suo tasso tecnico superiore. Lo fa con maturità. Rischia nel primo tempo solo nei primi minuti, con Meister, Svilar fa un capolavoro, ma i grandi portieri altrimenti a che servono? Poi esce nel secondo tempo con i suoi giocatori migliori.
Il gol di Soulé sull’asse Dybala-Ferguson
E nel gol della vittoria c’è tutto il manifesto della qualità giallorossa: la giocata di Dybala, la protezione del pallone di Ferguson e il sinistro di Soulé. Gasperini mima in panchina la giocata, felice, intuendo che da quel momento in poi la partita sarebbe stata in discesa. Il tecnico fa bene a sorridere: la gestione di Dybala gli dà ragione, due giocate e partita vinta. Il 21, la stella della squadra, che si sacrifica anche sull’altra fascia per far accentrare Soulé.