La foto di rito per Stefano Tacconi a largo Maradona è dinanzi al quadro di Juan Pablo Gimenez della punizione a due in area, quella “dalla traiettoria impossibile”, segnata dal Diez proprio all’ex numero uno bianconero nella partita con la Juventus il 3 novembre 1985: “Anche con tre barriere, Diego avrebbe fatto gol”, è il commento del portiere passato anche per l’Avellino e che ha difeso i pali della nazionale italiana. Una visita annunciata tempo fa dall’estremo difensore perugino, protagonista del calcio degli anni Ottanta e di memorabili sfide proprio contro il Napoli di Maradona, e che sta adesso recuperando da un momento personale difficile dopo i gravi problemi di salute.
A largo Maradona si è insomma messa ancora una volta da parte la rivalità sportiva: accompagnato dalla moglie e dal figlio, più alcuni amici, Tacconi è stato salutato da un’ondata di affetto da parte dei napoletani. Accolto da Antonio “Bostik” Esposito de “La bodega de Dios”, ha inoltre donato una foto che lo ritrae in un abbraccio con Maradona. A seguire, la visita nel vicino museo per il “Pibe de oro” con i cimeli della famiglia Vignati.
L’ex portiere bianconero è stato anche tra i primi ad ammirare la nuova opera d’arte installata questa mattina sotto al murale ai Quartieri Spagnoli: un mosaico con il volto di Diego, in vetro di Venezia e dal valore di 30 mila euro, realizzato da Emanuele Sari con il suo studio. “Maradona mi ha sempre affascinato, è stato magia”, spiega lo street artist veneziano al suo primo ritratto di Diego. Un’opera di pregio e qualità, subito molto gettonata dalle migliaia di turisti che anche stamani hanno affollato largo Maradona, dove per il 24 maggio si attende la scultura di Salvador Gaudenti: un maxi-Diego alto sei metri e venti, nello stesso stile della precedente scultura del Pibe donata a largo Maradona e destinata a essere trasferita a San Giovanni a Teduccio.