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Tebas, presidente della Liga: “Il City di Guardiola trucca i bilanci, lo abbiamo denunciato all’Ue”

Intervista al n.1 del campionato spagnolo: “Il club inglese sta distorcendo il mercato europeo e altera i conti come nello scandalo Enron: l’Europa deve intervenire. Google e altri giganti hi-tech complici della pirateria”. Sul Real Madrid: “Pensa ancora alla Superlega”

LONDRA – Il vulcanico presidente della Liga Javier Tebas, 62 anni, non usa mai mezzi termini, e in questa intervista a Repubblica e alcuni media inglesi, durante il Financial Times Business of Football summit, ne ha per tutti: giganti online compiacenti con la pirateria (“soprattutto quando non avviene in America”), il Real Madrid che “sta ancora tramando ogni giorno per una Superlega”. Ma soprattutto, Tebas lancia accuse pesantissime di bilanci truccati contro il Manchester City. E rivela che la Liga ha denunciato il club allenato da Pep Guardiola all’Unione Europea (e non solo alla Uefa) per gravi distorsioni del mercato unico europeo, “per quello che potrebbe essere un altro scandalo simile a quello di Enron” nel 2001, quando l’azienda energetica americana dichiarò bancarotta per gravi irregolarità di bilancio. Il Manchester City non risponde ufficialmente. Ma fonti vicine al club definiscono le accuse di Tebas “le ultime di una lunga storia di commenti infiammatori, offensivi, potenzialmente perseguibili a livello legale. Ma soprattutto palesemente falsi”.

Signor Tebas, quando avete denunciato il Manchester City alla Commissione Europea?

“Nel luglio 2023, perché da quel mese l’Ue ha implementato i regolamenti a difesa del mercato, riguardo agli aiuti e ai sussidi, anche nei confronti di aziende extra Ue che operano nel mercato unico europeo. Non solo: coinvolte sono anche quelle entità che hanno ricevuto aiuti finanziari da stati extra Ue. Per questo, la Liga ha denunciato il Manchester City, per aver ricevuto aiuti stranieri non conformi dagli Emirati Arabi Uniti, senza un controllo serio su questi flussi, il che le ha permesso di guadagnare una posizione competitiva nel calcio europeo e ha causato significative distorsioni nel mercato Ue e in diversi Paesi, ingannando il sistema. Senza quegli aiuti, il City non avrebbe mai potuto ingaggiare giocatori e allenatori di tale livello e assicurarsi contratti di sponsor con incassi che non si allineano con il giusto valore di mercato. Questo ha elevato la potenza del club, e allo stesso tempo danneggiato le altre squadre, gonfiando artificialmente il valore di mercato del Manchester City”.

E ora a che punto siamo?

“La commissione europea sta valutando. Prenderanno presto una decisione. Il City è già stato escluso per due anni dalle competizioni Uefa in passato, ma poi l’hanno scampata al Tribunale dello Sport di Losanna (Tas), che noi chiamiamo tribunale, ma non è una corte di giustizia… Ora non so quali saranno le sanzioni della Premier League contro il Manchester, dopo le accuse di aver infranto il Fair Play Finanziario in Inghilterra: uno, cinquanta punti, retrocessione? Non so. Ma quella sentenza della Uefa era giusta, prima dell’intervento del Tas”.

Ma perché lei ce l’ha così tanto con il City?

“Perché secondo me non rispettano le regole, bypassandole. Il City Football Group controlla diverse aziende minoritarie per esempio su marketing e scouting di nuovi giocatori, che lavorano per il Manchester ma poi alla società presentano fatture molto basse. Così il City riesce a scaricare spese e perdite su queste altre entità, non sporcando i propri bilanci. Qualcosa di simile l’ha fatto Enron 25 anni fa in America, nel suo scandalo finanziario. Quando il City Football Group ha comprato nel 2017 la squadra spagnola del Girona (che l’anno scorso ha conquistato la qualificazione in Champions League, ndr), hanno mandato cinque giocatori in prestito. Abbiamo controllato le valutazioni ed erano di 40 volte superiori a quelle dichiarate dal City. Per questo abbiamo denunciato la squadra dello sceicco Mansour all’Unione Europea. Potranno anche essere fuori dall’Ue ma devono rispettare le regole del mercato europeo. Vogliamo una competizione reale senza “dumping”. Per questo vogliamo che il Manchester City venga sanzionato e lo abbiamo denunciato, come abbiamo già fatto contro il Paris Saint Germain negli anni scorsi”.

Lei continua anche la battaglia contro un’altra squadra della sua stessa Liga, il Real Madrid che ha sempre tifato da bambino, e con il presidente Florentino Perez e l’allenatore Ancelotti continuano le schermaglie, quasi quotidiane.

“Il Real non parla con noi, si lamenta solo in pubblico”.

Crede che il Real abbia ancora in mente il progetto di Superlega, nonostante tutte le disfatte degli ultimi anni?

“Certo, altrimenti non avrebbero presentato tre progetti diversi di Superlega in tre anni. Non è una cosa seria, però sono capaci di farlo. Stanno facendo di tutto per trovare un formato che sia attraente, anche se non è chiaro con quale governance, con quella suddivisione dei diritti tv… Semplicemente, vogliono ricreare una oligarchia a capo del calcio europeo. Mi preoccupano, ma occupano anche il mio tempo almeno”.

Un’altra sua grande preoccupazione è la pirateria. Quanto è grave il problema?

“Enorme. Solo noi come Liga perdiamo 600 milioni di euro all’anno (su 2 miliardi, ndr), di cui 300 in Spagna e 300 sul mercato internazionale. Purtroppo le grandi compagnie hi-tech come Google fanno poco per tutelarci, e anzi talvolta cooperano con il crimine e fanno profitti con esso. In pratica, commettono atti criminali. Se si impegnassero davvero a contrastare la pirateria, e hanno i poteri per farlo, potremmo abbattere l’80% degli streaming illegali di partite di calcio online… ma purtroppo per loro fanno click, pubblicità e mercato, e in tutti i nostri incontri con loro ci hanno praticamente ignorato. Curiosamente, però, la pirateria sta calando in America, e visto che Google e Amazon sono basate negli Stati Uniti, mi viene da pensar male… in Spagna Google per questo è già stata chiamata in tribunale. La battaglia continua”.

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