MILANO – Il tempo è scaduto. La storia di Theo Hernandez al Milan rischia di essere finita nella gelida notte in cui il Feyenoord elimina i rossoneri dalla Champions League. Una partita spartiacque, decisa dalla sciagurata espulsione del terzino francese. Un rosso per il quale il club lo multerà. Era evitabilissimo già il primo giallo, da diffidato, con quella inutile strattonata a metà campo su Moussa. La palese simulazione con cui prova a prendersi un rigore, prontamente castigata dall’arbitro polacco Marciniak, fotografa la poca lucidità di un giocatore che dovrebbe essere uno dei leader della squadra, condannata invece a un’eliminazione deprimente contro un Feyenoord nettamente inferiore. Il club rossonero vede sfumare 11 milioni di euro, il premio della Uefa per il passaggio del turno, per Theo svaniscono le residue possibilità di rinnovo del contratto in scadenza nel 2026.
Milan, l’uscita dalla Champions costa cara
Dietro un fallimento, come va classificato per il Diavolo l’esito dello spareggio, ci sono tante cause. L’incredibile crollo di Zagabria, quando con una vittoria si poteva strappare il pass diretto per gli ottavi; la prestazione fiacca di Rotterdam, con annessa papera di Maignan; la follia di ieri di Hernandez. Che è parte del problema, non di certo l’unico colpevole. Ma negli occhi resta il suo tuffo, quel rosso che in un attimo ha stravolto la partita del Milan, fino a quel momento in vantaggio e in controllo.
Theo, la simulazione e il rosso
Al 44’ del primo tempo, dopo aver già rischiato provocando un paio di volte gli avversari, Theo strattona Moussa a centrocampo: una trattenuta reiterata, quasi rabbiosa, di sicuro incomprensibile. Il giallo è inevitabile, e già così gravissimo perché da diffidato gli avrebbe precluso la gara d’andata degli ottavi. Al rientro in campo Leao lo serve in area, lui si lancia a terra neanche sfiorato da Read: Marciniak non si lascia intenerire, secondo giallo ed espulsione. Sorprende anche la protesta abbozzata, le braccia larghe e lo sguardo incredulo. Hernandez prova a inseguire l’arbitro, gli chiede spiegazioni, poi lascia il campo a testa bassa.
Ibra difende Theo, Boban lo bastona
Conceiçao lo ha difeso, prendendosi la responsabilità dell’eliminazione: “La faccia della sconfitta è la mia, non la sua. Lo conosco da tanto, so che può fare molto di più. Ma anche io devo fare meglio”. Anche Zlatan Ibrahimovic gli ha teso una mano: “Theo non è un attore. L’arbitro sul secondo giallo è stato troppo duro. In una gara del genere almeno un avvertimento lo dai. Invece è stato irremovibile e la partita è cambiata con l’uomo in meno”, le parole del senior advisor di RedBird. Meno diplomatico Zvonimir Boban, ex dirigente rossonero e ora commentatore a Sky: “Ma che senso ha, piuttosto che buttarti a terra vai in porta. Fa sempre queste fine, simula da anni, così imparerà a non farlo più – il suo commento sulla simulazione del francese -. È irresponsabile e deconcentrato”.
Ilo calo di Theo Hernandez
È difficile spiegare il calo di quello che fino a pochi mesi fa era considerato uno dei terzini sinistri migliori al mondo. Il difensore col turbo, straripante fisicamente, è un lontano ricordo. La sua versione più scintillante resta quella dell’anno dello scudetto, nel 2022. Poi qualche sprazzo, inserito in un contesto di generale apatia. Hernandez in campo dà sempre la sensazione di essere svogliato, come non fosse abbastanza interessato a quello che gli accade attorno.
Il no al Como, la trattativa per il rinnovo
Nel suo intimo forse qualcosa si è rotto quando Paolo Maldini, mentore e idolo di gioventù, è stato allontanato dal Milan nel 2023. Anche l’addio di Pioli, con cui ha toccato vette di rendimento altissime, non lo ha aiutato. L’ultima picconata a motivazioni e umore è arrivata a gennaio, quando il club rossonero lo aveva di fatto venduto al Como per 40 milioni. Theo ha rifiutato sdegnato il trasferimento, ma evidentemente in quel momento ha capito di non essere più così importante. La trattativa per il rinnovo, con annesso ritocco dello stipendio a 7 milioni a stagione, è ferma da settimane. Difficilmente proseguirà. In estate, con un solo anno di contratto rimanente, Theo andrà via. Il Milan proverà a monetizzare vendendolo al miglior offerente, lui cercherà altrove nuovi stimoli. Una bella storia senza lieto fine