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Tonali e il ritorno con stile: un anno fa la squalifica per calcioscommesse, ora è indispensabile

Milano – Sono due i luoghi in cui è rinato Sandro Tonali, ex reprobo del caso scommesse e nuovo simbolo della Nazionale. Il primo luogo è uno stadio dell’Inghilterra settentrionale, sferzato dal vento e dalla pioggia, tra Scozia e mare del Nord.

La grande scatola che rimbomba, quando ci gioca dentro il Newcastle, si chiama St James’ Park, viene riempita da 50 mila persone, un sesto degli abitanti della città, e sta sulla collina che porta al Gallowgate End, la gradinata che prende il nome dai gallows, il patibolo per le impiccagioni.

Il rientro dopo la squalifica: la Premier League

A inizio settembre Tonali è sceso dal patibolo dei dieci mesi di squalifica e dei tribunali del web, entrando in campo per la partita col Tottenham. Ha sentito i cori e gli applausi e ha visto lo striscione: “Midfield Maestro from Milano”. Ha ricambiato a modo suo: giocando come se la lunga parentesi in castigo, ad allenarsi e basta a Darsley Park, la Milanello anglofona, non fosse mai esistita. I tifosi del Newcastle, i Geordies che parlano un dialetto indigesto agli inglesi stessi, vivono come una religione la squadra, la seguono ovunque, delirano per il derby col Sunderland più che per la Champions assaggiata l’anno scorso. E anche se sono grati ai proprietari sauditi del fondo Pif, nutrono affetto sconfinato soprattutto per chi veste la maglia bianconera, a cominciare dal ragazzo italiano arrivato dal Milan, amato anche quando la federcalcio inglese gli attribuì altre violazioni delle regole sulle scommesse. Lui ha abbandonato il rapporto compulsivo col telefonino, si è tagliato lo stipendio da 8 milioni di euro l’anno come ha rivelato l’allenatore Howe, ha trovato nuovi compagni coi quali scherzare, ha sorriso sempre più spesso, tornando a casa a Jesmond, il suo quartiere pieno di verde. Sul verde del campo ha apprezzato la sua dimensione di esule in Premier League, campionato perfetto per un centrocampista completo, regista e incursore, mezzala e trequartista, cacciatore e smistatore di palloni.

Il rientro dopo la squalifica: la Nazionale

Ma il secondo luogo in cui è rinato Tonali è ancora più importante: Coverciano, la casa della Nazionale. Ricorre proprio oggi un anniversario mica tanto glorioso. Il 12 ottobre 2023 la polizia si presentò per sequestrare, alla ricerca di tracce sul dossier aperto dalla confessione di Nicolò Fagioli, telefonini e tablet di Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, poi scagionato. Il seguito è noto: le squalifiche di dieci mesi per Tonali, che ammise di avere scommesso anche su partite del Milan (a vincere), e di sette per Fagioli, che ha partecipato all’Europeo: entrambi con pena accessoria delle sedute pubbliche sulla ludopatia. A scuola il ventiquattrenne Sandro ha parlato da fratello maggiore: «Se avete un problema, parlatene. Non nascondetevi da chi vi vuole bene».

Il rientro in Azzurro

A lui hanno voluto bene, oltre a famiglia e amici, Figc e Spalletti («ha sbagliato e ha pagato, ho fiducia in lui»). A Parigi Tonali ha trascinato il centrocampo, orfano di Barella, alla vittoria con la Francia di Mbappé. Si è ripetuto con Israele e col Belgio, giovedì scorso, nel reparto completato da Cambiaso e Dimarco, esterni impetuosi, e dalla cerniera con Ricci e Frattesi, collegata al centravanti tuttofare Retegui. Il fulcro era il numero otto, sempre al centro dell’azione, capace di dispensare tranquillità ed energia, anche quando l’espulsione di Pellegrini ha allargato pericolosamente gli spazi. Lì è emersa la sua forza fisica.

Il passato al Milan

È uscito solo nel finale, esausto e un po’ acciaccato, rendendo lecito il rimpianto: chissà che cosa sarebbe successo, all’Europeo, se ci fosse stato Tonali. I dieci minuti simbolici in cui Fagioli gli ha giocato accanto e la convocazione di Zaniolo al posto di Pellegrini squalificato sono il messaggio di Spalletti: chi lo merita può risalire in alto.

Un altro tipo di rimpianto lo hanno i tifosi del Milan, guardando la foto del treno Firenze-Roma con un trio di amici: Gabbia, l’unico tuttora in rosa a Milanello, Daniel Maldini e appunto Tonali, protagonista dello scudetto 2022.

Maldini padre spiegò a Repubblica: «Se fossimo rimasti dirigenti io e Massara, lo avremmo tenuto». Il ragazzo lodigiano, nato l’8 maggio 2000 a quarant’anni esatti da Franco Baresi, sbocciato nel Brescia, paragonato a Pirlo anche per una vaga somiglianza fisica e pronto a chiedere a Gattuso il permesso di indossare la maglia numero otto e a tagliarsi lo stipendio perché non era stato all’altezza di se stesso, sognava di fare il capitano del Milan: «La mia è una favola da tifoso», disse nel 2022 a Repubblica.

Ma nell’estate del 2023 il Milan americano lo ha ceduto. E nel documento in cui Washington Harbour prospetta agli investitori l’acquisto di azioni di RedBird per centocinquanta milioni di euro, sono chiarissime le ragioni dell’abiura: i 59.5 milioni di plusvalenza. Ora lui deve rimpinguare il bilancio delle poche presenze (diciassette) in Nazionale. Che oggi, 12 ottobre 2024, spera di riscoprire l’America tra due anni, al Mondiale.

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