TORINO – Neanche Vlahovic recupera, quindi la Juventus si presenta allo spareggio Champions di Bologna in piena emergenza: per completare il terzetto difensivo occorrerà adattare uno tra Cambiaso e Savona, mentre davanti gli unici trequartisti sopravvissuti sono Nico Gonzalez, che però Tudor impiegherebbe più volentieri da esterno, e Conceicao, che col tecnico croato ha giocato solamente spiccioli. Mancano Yildiz e Koopmeiners, mentre Vlahovic ha preferito non stringere i denti. “Ha provato ma purtroppo non è al 100 per cento”, ha annunciato con amarezza Tudor, che sperava che il serbo si mettesse a disposizione almeno per la panchina. Invece niente.
Tudor: “Ho chiesto ai miei qualcosa di speciale”
La situazione è delicata. Tudor ammette che domenica sera la Juventus si gioca “tanto ma non tutto”. Non sembra tranquillissimo, perché si sta accorgendo che questa squadra non gli sta dando le garanzie che avrebbe immaginato, soprattutto a livello di personalità e compattezza. “Queste situazioni dovrebbero spingerti a dare qualcosa di più, spero che sarà così. Alla squadra ho fatto un discorso in questa direzione, chiedendo di fare, dal punto di vista mentale e agonistico, qualcosa di diverso, di speciale, di più. E di non guardare a sé stessi. La via la indica l’allenatore ma sulla strada ci vanno i giocatori, il destino devono andare a prenderselo loro. E quando la squadra gioca come piace a me, riesce a prendersi qualsiasi cosa”.
Tudor: “Il Bologna rappresenta il calcio moderno”
Parlando del Bologna, Tudor sembra che parli come vorrebbe che la Juve fosse: “Loro hanno alle spalle un lavoro di anni, hanno spensieratezza e tutto quello che rappresenta il calcio moderno. Se uno va più forte di te la tua qualità non esce: il Bologna ha capito questa roba da un po’ di anni e con la fisicità annulla la differenza di qualità. Loro sono dieci giocatori che stanno sul pezzo, bisogna pareggiare questo atteggiamento e a quel punto la nostra qualità può uscire”.
Tudor: “Gioco solo per vincere”
Alla Juve, che in classifica sta davanti, potrebbe bastare non perdere, ma Tudor si ribella a un pensiero del genere: “Non si può giocare per il pareggio, non esiste, non l’ho mai fatto in vita mia. E non penso neanche che lo si possa fare inconsciamente: dobbiamo giocare per vincere, è tutta la settimana che trasmetto questo input. Io non vedo l’ora che si giochi, battagliare in partita è la cosa più bella che ci sia”.