TORINO – Tudor ha un vantaggio, lui: gli basta fare le cose diverse da Thiago Motta per riscuotere apprezzamento, ma del resto è così che capita quando si passa da un allenatore all’altro, specie se quello nuovo c’entra poco — a livello tattico, filosofico, comunicativo — con quello vecchio. Lo stile di gioco, il croato lo sta cambiando piano piano (un poco più di verticalità, un poco più di aggressività, molto meno palleggio) perché in fondo è la trasformazione che richiede più tempo e coinvolge una rosa assemblata su altri princìpi di gioco. Sul resto, ha invece dato un taglio netto alla continuità e adesso la Juventus non è più una squadra che cambia faccia e facce da una partita all’altra, ma ha una formazione tipo sostanzialmente definita per dieci undicesimi e un modulo di base fisso.
I cambi solo per necessità
Nelle prime due partite Tudor ha alternato tredici titolari, ma di fatto ha cambiato soltanto per necessità: sono usciti Gatti per infortunio e Koopmeiners perché è stato sottoposto a due settimane di terapia rigenerativa, sono entrati Kalulu e Weah. Contro il Lecce si aggiungerà un titolare nuovo, Cambiaso, finora escluso per ragioni non tecniche ma fisiche, e può esserne rispolverato un altro, proprio Koopmeiners (“Lo vedo più pimpante”, dice l’allenatore), se l’acciaccato Thuram non fosse in grado di giocare dal 1’. Al tourbillon di ruoli e posizioni in cui largheggiava Thiago Motta, oggi è sottoposto solamente Nico Gonzalez, impiegato a tutta fascia (ma a destra, la sua preferita) nella prima partita e da trequartista nella seconda. Sabato sera potrebbe tornare esterno, perché l’assenza di Thuram provocherebbe un rimpasto, con McKennie in mediana e Koopmeiners trequartista. Ma i nomi sono sempre quelli.
Tudor: “Vlahovic e Kolo Muani quando troveremo più equilibrio”
Alcuni, come Mbangula, Douglas Luiz e Alberto Costa, non sono mai stati impiegati. Altri, inclusi Kolo Muani e Conceiçao, lo sono stati col contagocce. “A Chico”, ha rivelato Tudor, “ho detto che mi spiace tanto, ma con una sola partita la settimana le possibilità di giocare diminuiscono. Ma gli ho detto anche di mettermi in difficoltà: sono il più contento di tutti se uno mi fa cambiare opinione”. Ma le partite che restano sono poche, non ci sarà tempo abbastanza per ribaltare le gerarchie e neanche per battere strade nuove, tipo far giocare Vlahovic e Kolo Muani assieme: “Si potrà fare quando troveremo più equilibrio”. Adesso ancora no, anche se nelle ultime dieci partite i centravanti della Juve hanno segnato un solo gol, quello di Vlahovic a Cagliari, nei tempi lontani in cui c’era ancora Thiago Motta.