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Tutti i segreti dell’Empoli, dalla lotta salvezza alla prima semifinale di Coppa Italia

La vittoria contro la Juventus ai rigori consegna alla squadra di D’Aversa un primato storico. Il tecnico: “Abbiamo fatto un’impresa”

Come in una favola il rigore decisivo per scrivere la storia lo ha firmato un prodotto del settore giovanile – Marianucci – il fiore all’occhiello e l’essenza della politica societaria di una squadra di provincia che ieri si è seduta ufficialmente al tavolo delle grandi. L’Empoli è per la prima volta nella sua storia in semifinale di Coppa Italia, dopo la vittoria ai rigori per 4-2 in casa della Juventus. Un risultato unico, arrivato nella notte meno attesa e nel periodo più complicato della stagione, dopo un 5-0 interno subito domenica con l’Atalanta e con l’assillo di un classifica che a oggi vedrebbe gli azzurri retrocessi con 21 punti, a due lunghezze dalla quartultimo posto che vale la salvezza occupato dal Parma.

E invece, in una serata che sembrava un impiccio in vista della delicata partita contro il Genoa di domenica, il sogno è diventato realtà: pur con una formazione imbottita di giovani e seconde linee i ragazzi di D’Aversa hanno eliminato la quotata Juventus di Motta con una prestazione attenta, di compattezza, di sacrificio ma meritando a pieno la qualificazione. Prima il gol del vantaggio di Maleh, poi un palo di Konate, tante occasioni sprecate e il pareggio di Thuram che sembrava una beffa. La lotteria dei rigori però – previsti da regolamento senza supplementari dopo la parità nei novanta minuti – ha ancora una volta sorriso all’Empoli, come a Firenze a dicembre.

Tutti a segno i tiratori azzurri, decisivi gli errori di Vlahovic e Yildiz per i bianconeri prima della festa grande. Una festa inattesa ma bella, spontanea, genuina. Adesso l’Empoli troverà il Bologna di Vincenzo Italiano nella doppia semifinale, in programma il 2 e il 23 aprile, l’ultimo atto prima della finale a Roma in programma il prossimo 14 maggio. Sarà una sfida andata e ritorno, con i supplementari in caso di parità e sui 180 minuti, in un periodo in cui il rush finale per la salvezza sarà nel suo ultimo miglio.

Una sfida però da vivere con la leggerezza mentale con cui l’Empoli ha giocato questa Coppa Italia e con lo status di sfavorita che non non fa più paura, per chi è partita dall’inizio della competizione con poche referenze ma conquistando tutto passo dopo passo. Prima eliminando il Torino, a Torino, ai sedicesimi, poi passando al Franchi contro la Fiorentina in un derby mai banale e sempre sentito e poi con l’ultimo scalpo, eccellente, la Juventus. Il tutto senza perdere di vista la propria essenza, la valorizzazione dei giovani: Marianucci, Seghetti, Tosto, Ekong, Bacci, ma anche Konate sono stati il trade union tra primavera e prima squadra, tra Monteboro, Petroio e il Castellani.

Un’ossatura che da sempre contraddistingue la filosofia del presidente Corsi e che adesso ha avuto la sua sublimazione: se nel 1995-1996, nel 1987-1988 e nel 2006-2007 gli azzurri si erano fermati ai quarti, nel 2025 giocheranno la loro prima semifinale di Coppa Italia. Euforico a fine partita l’artefice del successo, mister D’Aversa che dopo aver incassato la fiducia incondizionata del direttore sportivo Gemmi dopo la pesante sconfitta con l’Atalanta di domenica gongola: “I ragazzi hanno fatto un’impresa, scrivendo una pagina storica per questo club e deve servirci anche per i campionato. Avevo chiesto una partita di orgoglio, siamo andati anche oltre. Ci godiamo questo splendido traguardo, in campo c’erano tre ragazzi del settore giovanile. Se giocheremo come stasera raggiungeremo il nostro obiettivo. ai calci di rigore hanno avuto una serenità da veterani. In un momento difficile non me lo aspettavo”, ha detto il tecnico.

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