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Un mese da incubo per l’Inter: le cause della crisi nerazzurra

L’Inter ha guadagnato solamente cinque punti su 15 nelle ultime cinque partite di Serie A. Un andamento ben al di sotto della media, le cui ragioni sono molteplici e complicate.

Riavvolgiamo per un secondo il nastro della stagione fino a tornare al 12 gennaio: finale di Supercoppa Inter-Juventus a San Siro, nerazzurri che vincono al 120′ grazie a una rete di Sanchez ribaltando il vantaggio iniziale di Weston McKennie. L’Inter che vince il primo trofeo della stagione dimostrandosi nei fatti la più forte della Serie A. È passato poco più di un mese e quella sensazione di forza e di imbattibilità, almeno tra le mura del nostro paese, non esiste più. Tralasciamo per un attimo il calendario durissimo che i nerazzurri hanno dovuto affrontare in questo mese e concentriamoci sulle ragioni di quella che, a tutti gli effetti, è la prima vera crisi che Simone Inzaghi deve affrontare dal proprio insediamento a Milano, tra stanchezza fisica e mentale, un attacco che fa sempre più fatica a trovare la via del gol e ricambi che non sempre si sono dimostrati all’altezza.

Inter, la stanchezza fisica e mentale inizia a farsi sentire

Dopo la sopracitata partita con la Juventus, inizia il periodo complicato dell’Inter. Uno scialbo 0-0 contro l’Atalanta, la vittoria solamente ai supplementari in Coppa Italia contro un gagliardo Empoli piegato al 104′ dall’ultimo gol nerazzurro di Sensi, la vittoria soffertissima contro il Venezia arrivata anche qui a tempo ormai scaduto con Dzeko, poi i tre minuti incredibili del Derby con la doppietta di Giroud. Dopo di che un bel successo sulla Roma in Coppa Italia, il pareggio malandato contro il Napoli e le due sconfitte in una settimana con Liverpool e Sassuolo

Insomma, un carico abbastanza pesante, ma è palese che più che la stanchezza fisica (dato che il calendario alla fine è uguale per tutti) sembra che i giocatori nerazzurri abbiano le pile scariche anche a livello mentale. Lo dimostra se non altro i pessimi approcci alle gare contro Venezia, Napoli e Sassuolo, fattore che non può essere di certo un caso dato che, come ci ha tenuto a rimarcare Inzaghi “siamo abituati a giocare questo tipo di partite, non c’era pressione”.

Inter, Brozovic dipendenza e cambi non sempre all’altezza

Questa sera contro il Sassuolo era la prima dell’Inter senza il suo registra Marcelo Brozovic, un giocatore poco vistoso ma che in mezzo al campo è unico in Italia. Ottimo registra, vero, ma la sua efficacia è nella pulizia con la quale smista i palloni e fa ripartire l’azione offensiva nerazzurra senza aspettare che la difesa avversaria si sistemi, guadagnando un tempo di gioco spesso fondamentale. 

Questa sera i problemi a centrocampo sono stati evidenti, con un Vidal stanco dopo il Liverpool, un Gagliardini che doveva giocare più centrale e un Barella che, schierato in quella posizione perde gran parte del suo potenziale offensivo. Poi c’è il capitolo Hakan Calhanoglu. Il turco è stato a lungo uno dei migliori dell’Inter in questa stagione, diciamo pure dal gol nel derby d’andata, ma in queste ultime uscite ha fatto mancare sensibilmente il proprio contributo in avanti (stasera il primo gol del Sassuolo è partito da una palla persa proprio del turco a centrocampo). 

In generale oggi le seconde linee non hanno girato bene, come Dimarco in veste di vice Bastoni. In questo momento sarebbero stati utili sia Vecino (ai box da un bel po’ e ormai destinato a lasciare Milano) che Sensi (ceduto alla Samp). L’Inter non ha ancora quella profondità della rosa che gli permetterebbe di svoltare le gare anche quando non si è al 100% (cosa che, per esempio, ha fatto il Liverpool in settimana quando ha inserito nel secondo tempo Firmino e Diaz), e questo è un fattore per la lotta Scudetto.

Inter, l’attacco stenta: Lautaro diventa un caso

Tornando sempre a quel fatidico 12 gennaio, l’Inter ha segnato appena quattro gol in campionato da quel momento in poi. Barella e Dzeko contro il Venezia, Perisic col Milan e sempre Dzeko contro il Napoli. Numeri un po’ bassi per quello che rimane comunque il miglior attacco della Serie A con 55 reti complessive. 

Correa è ai box da una vita, Sanchez in campionato ha segnato appena due gol in tutta la stagione e Lautaro Martinez è ormai l’ombra di se stesso. Con la maglia nerazzurra il Toro non segna addirittura dal 17 dicembre, e questo la dice lunga su un calciatore che, da attaccante titolare dell’Inter, sta attraversando un periodo negativo pesante. Non è la prima volta che Lautaro cala vistosamente nella seconda metà di stagione, e la fotografia del suo momento è tutta in quell’errore a un metro dalla porta nel secondo tempo. 

Il Toro rimane un patrimonio per l‘Inter, ha un contratto lungo e rimane centrale nel progetto Suning, ma urge un cambio di rotta immediato per tornare ai livelli del 2021. 

Ultimo dato, forse il più importante di tutti: il Sassuolo è la prima “piccola” a vincere contro l’Inter in stagione. Prima di allora qualche pareggio ma nessuna sconfitta contro una squadra che non fosse considerata come “big”. Meglio di ogni altro dato, forse, questo certifica la crisi dell’Inter, cinque punti nelle ultime cinque partite. C’è ancora molto tempo per recuperare, niente è perduto, ma ora si entra nella parte veramente delicata della stagione e, sempre riprendendo il pensiero di Simone Inzaghi, “da qui alla fine saranno 13 finali”.

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