Giocare è l’unica cosa che conta. Calcio, tennis, padel, golf: dategli un campo e Nicolò Tresoldi può girare il mondo. Germania, Italia, Belgio. Ora che questo attaccante di 21 anni ha segnato in Champions al Monaco con la maglia del Bruges (che a giugno l’ha pagato 6 milioni all’Hannover) mezza Italia lo scopre e l’altra metà che lo conosceva lo rimpiange, ma lui non è un talento in fuga, è un talento e basta. È andato in Germania da bambino non per cercare squadra o fortuna: semplicemente i genitori volevano un’esperienza di vita all’estero. Nel 2017 la mamma Barbara, che è argentina, da hostess in una compagnia aerea ha avuto la possibilità di trasferirsi fuori dall’Italia. Avrebbe preferito l’Inghilterra, ma con la Brexit era troppo complicato. Quindi la scelta è caduta sulla Germania, su Hannover e il dodicenne Nicolò è andato con la famiglia a studiare, a imparare le lingue (parla bene anche inglese e spagnolo) e a giocare lì. La sorella Sofia è tornata a vivere in Italia, lui e i suoi genitori no.
Un passato da tennista
Tresoldi non è sempre stato calciatore, da piccolo giocava a tennis: percorso inverso a quello di Cobolli, che era nelle giovanili della Roma. «Nicolò era nella nazionale Under 12, faceva la Davis giovanile, era una trottola, racchette scarpini e doppia borsa in macchina: allenamento di tennis, panino al volo, cambio divisa, tornei di pallone, una corsa continua, ma ha imparato il senso del sacrificio e a divertirsi sempre». I ricordi di papà Emanuele, ex terzino sinistro di Spal, Atalanta, Ravenna e Cesena, si fermano al momento della scelta tra i due sport, quando Nicolò aveva 13 anni: «È stato come fare testa o croce, scegliere mamma o papà, poi qualcosa lo ha spinto verso il calcio». Via la racchetta, dentro il pallone: ruolo centravanti. Come Pippo Inzaghi, il suo idolo di giovane tifoso milanista.
La scelta del calcio
Nato in Sardegna, Tresoldi ha vissuto a Gubbio e ha fatto provini e tornei con Juventus, Milan, Bologna, Fiorentina, Roma, i club aspettavano che compisse 14 anni perché non si può tesserare un ragazzo più piccolo fuori regione. Ma mamma e papà hanno deciso di vivere in Germania e così Nicolò ora ha amici tedeschi, passaporto tedesco, parla tedesco, e la nazionale con cui è già sceso in campo è l’U21 tedesca: 18 presenze, 8 gol, una tripletta alla Lettonia. A giugno ha eliminato l’Italia nei quarti degli Europei di categoria.
Il padre vinse un Europeo Under 21
Tresoldi può ancora scegliere l’azzurro, per regolamento. Suo padre, che nel ’94 vinse l’Europeo U21 con Vieri e Cannavaro e al Castel di Sangro ha avuto come presidente Gabriele Gravina, assicura: «Nella Germania è contento, è dentro quel percorso, ma ora non pensa a una scelta, se e quando si presenterà il momento di decidere lo farà con serenità. È un ragazzo che girando il mondo ha imparato il senso della disciplina, l’umiltà. Sa restare concentrato sull’oggi. Si gode il bel momento, il gol in Champions con la sua nuova squadra e poi ci penserà». Ma Nicolò si sente italiano o tedesco? «Ma scusate, parliamo tanto di Europa e poi ci chiediamo se siamo italiani o tedeschi? Siamo europei».