Questo sito contribuisce alla audience di
 

Uno scudetto da paura. Il Napoli spera ma teme la grande beffa

Per la squadra di Conte, che ha ora un solo punto di vantaggio sull’Inter, si annunciano 180 minuti di sofferenze. De Laurentiis ha annullato le riunioni per programmare i festeggiamenti

Napoli – Rende bene l’idea l’immagine biblica del gigante dai piedi d’argilla, che è molto spesso balzata agli occhi degli osservatori meno superficiali seguendo il soffertissimo cammino stagionale del Napoli, arrampicatosi a un passo dal sogno scudetto con le unghie e grazie a un numero extra large di vittorie di misura: addirittura tredici. Il preambolo serve per analizzare in maniera più obiettiva la frenata contro il Genoa, al di là delle conseguenze giocoforza traumatiche legate alla sua tempistica, visto che il pareggio di domenica sera al Maradona è arrivato per gli azzurri ad appena tre passi dal traguardo. Gelato in tribuna d’onore Aurelio De Laurentiis, che aveva già presenziato in settimana a un vertice in Prefettura sugli eventuali festeggiamenti. Un altro era previsto per oggi ed è stato più saggiamente rinviato sine die.

I tifosi ormai abituati ai patemi

Ma la maggior parte dei tifosi e soprattutto i giocatori hanno incassato il colpo un po’ meglio, avendo ben chiari i limiti e gli handicap con cui la squadra di Antonio Conte sta convivendo ormai da mesi, in modo particolare nel girone di ritorno. Già tante volte la capolista era riuscita a superarli per il rotto della cuffia, stringendo tenacemente i denti e con un pizzico di buona sorte. Stavolta invece la fortuna ha voltato le spalle al capitano Di Lorenzo e ai suoi compagni, che hanno visto sfumare a soli sei minuti dal liberatorio fischio finale l’ennesimo successo di corto muso, perdendo due punti fondamentali nella lotta al vertice.

Conte: “Ci siamo giocati il jolly”

L’Inter ne ha infatti approfittato per riportarsi a -1, quando all’epilogo del campionato mancano appena 180′. Ma il Napoli resta lo stesso padrone del suo destino e anche per questo Conte si è adoperato già a caldo per circoscrivere l’amarezza per il passo falso col Genoa. “Avevamo un jolly da spendere e ce lo siamo giocati”. Poteva succedere una settimana prima nella bolgia di Lecce e non avrebbe fatto lo stesso scalpore.

Uno scudetto sempre appeso un filo

Gli azzurri non sono nelle condizioni di “portarsi da casa” alcuna vittoria e sono condannati alla sofferenza in ogni partita, a prescindere dell’avversario che si trovano di fronte. Persino a Monza il gol liberatorio si era fatto attendere per ben 71′. È questa la debolezza e allo stesso tempo la forza della capolista alla vigilia dello sprint finale. Le due battaglie che mancano – domenica prossima a Parma e poi al Maradona contro il Cagliari – saranno infatti simili per insidie e stati d’animo alle altre 36 che le hanno precedute. Lo scudetto del Napoli non è appeso a un filo da adesso, semplicemente lo è sempre stato. Conte lo sa e per questo nel finale aveva sostituito Raspadori con Billing: un cambio conservativo che contro il Genoa non ha funzionato, ma identico ai tantissimi altri che avevano aiutato gli azzurri a conquistare le 13 vittorie di misura in campionato. È da novembre del resto che la capolista ha dovuto quasi sempre fare a meno di un pilastro come Buongiorno e per avere lo stesso la miglior difesa d’Europa (non solo della serie A…) a Castel Volturno sono stati costretti a fare di necessità virtù, con i centrocampisti e gli attaccanti totalmente coinvolti nella fase passiva. È così che dal 7 aprile la porta di Meret era rimasta sempre inviolata, attraverso la resilienza di cui parla spesso l’ex ct. L’umiltà e la consapevolezza dei propri limiti non hanno penalizzato il Napoli, lo hanno casomai esaltato.

Per Lobotka stagione finita

È questo che Conte ricorderà ai giocatori alla ripresa degli allenamenti. Nessun dramma, al netto delle inevitabili pressioni. Anche per il Parma la posta in palio domenica sarà pesantissima e da questo punto di vista sarà almeno un duello alla pari. Gli azzurri non avranno Lobotka (stagione finita dopo la distorsione alla caviglia), ma recuperano in attacco una preziosa arma come Neres. Al Tardini potrebbe essere vietata la trasferta ai residenti in Campania per motivi di ordine pubblico. La decisione sarà presa in tempi stretti. Un altro handicap nello sprint scudetto.

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Boban sul Milan: “Avevo preso Dani Olmo, Tonali non doveva partire. Vergognoso l’addio di Maldini”

Lun Mag 12 , 2025
L’ex dirigente rossonero racconta alcuni retroscena di mercato: “Avevamo in mano lo spagnolo e Szoboszlai, ma la società fece saltare accordi già fatti”

Da leggere

P