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Osimhen e Lukaku, uscire dal Grande Equivoco sui bomber. Fa solo danni il girotondo degli indecisi

Il nigeriano è dato in partenza ma nessuno offre al Napoli i 130 milioni richiesti, il belga aspetta solo una chiamata per riabbracciare Conte

Il Napoli 2024 riappare sabato a Fuorigrotta in Coppa Italia, il 18 apre il campionato dei rimorsi a Verona. Si contano i giorni in un’atmosfera di cose sospese. Per il ruolo più importante figurano due bomber. Ma ci sono e non ci sono. Uno: il 25enne Victor Osimhen è in ritiro, come un clandestino in viaggio attende uno sbarco, vorrebbe andare al Paris Saint Germain che però offre poco per acquistarlo, non ha giocato un solo minuto con i compagni, non prova gli schemi, nessuno sa come lanciarlo a rete ove mai dovesse rimanere.

Nessun club offre sufficienti milioni, anche poco meno dei 130 previsti dalla clausola di uscita. Portato il Napoli allo scudetto nel 2023 con 32 gare e 26 gol è evaporato in talento e grinta. Più scuri che chiari, significative le cifre, 25 e 15.

L’altro: il 31enne Romelu Lukaku, un’esaltante stagione nell’Inter dello scudetto 2021, poi due anni in picchiata con Chelsea e Roma. Rifiuta l’Aston Villa, si allena da remoto come ai tempi del Covid, aspetta solo di passare al Napoli perché è devoto a Conte come a un santone e ritiene Castel Volturno la sua Lourdes.

Due grandi nomi, due aspetti dello stesso Grande Equivoco che non fa decollare il Napoli. Per non turbare la ritrovata euforia di un pubblico stregato da Antonio Conte, si nota un certo imbarazzo. Il potere è nel suo passato: non tratta, strappa. Ma forse l’incubo di una rottura consuma giorni e giorni nel non decidere. Nessuno vuol lasciare le impronte digitali su un caso così scabroso e impopolare. Se nessuno mette alle strette Victor Osimhen, il Grande Equivoco rimane. Manca la prima risposta, la sua. Rimanere al Napoli un altro anno, darsi una credibilità di uomo e bomber, meritare una vendita a cifre congrue, incassare il premio pensato da Aurelio De Laurentiis nel piano B.

Ecco, Osimhen deve dire sì o no, può restare o continua a sognare Parigi? Un sondaggio può farlo Lele Oriali, di cui si sente poco. Fare il turista a 10 milioni netti è una utopia. Si cerchi una squadra che paghi, e decida. Dentro o fuori, ma subito.

Tace il manager. Il giovane Giovanni Manna può dare un’idea del calcio d’oggi ai dirigenti e al tecnico che si vanta di aver portato a Napoli. Domina il mercato o lo subisce? Il Napoli a due settimane dal via è un cantiere aperto. Facile rottamare, ma c’è tanto da fare. Uno o due centrocampisti, un incontrista e uno che segni, un difensore e un esterno alto. Lobotka sembra poco protetto, forse è meglio il 3-5-2.

La posizione di Conte è quella che si capta a bassa voce. Le squadre non si costruiscono con i sussurri. Qual è la verità? Gli sta bene Osimhen? Se il nigeriano biondo accetta davvero il piano B è ancora da preferire Lukaku? Se non l’ha fatto già, De Laurentiis ha il diritto di chiederlo a Conte con garbata ma autorevole chiarezza. È stato lui ad aprirgli le porte mentre era fuori dal grande giro. Fu reciproco l’interesse in quell’accordo. Conte ha tutta l’intelligenza per capire che è bravo non chi impone, ma chi vince.

Nel girotondo intorno al Grande Equivoco anche De Laurentiis deve riprendere le sue responsabilità di governo. È stato bravo nel cambio di panchina, magici gli effetti sull’ambiente, grazie al nuovo clima da comandante contestato è risalito a bordo dopo il naufragio, ma tutto ha un prezzo e una fine. Mai andare fuori bilancio. È come affondare di nuovo.

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