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Venezia, il ruggito di Vanoli: “Siamo una squadra vera, Gytkjaer era il vero obiettivo”

Il tecnico lagunare massimizza le esperienze: “Da Conte e Sacchi ho imparato la cultura del lavoro e la gestione della squadra, in Federazione assaporato il calcio internazionale”.

Paolo Vanoli, allenatore dell'ambizioso Venezia (condotto dalla penultima piazza al playoff in cui ha sfiorato la qualificazione contro il Cagliari), racconta a 'La Gazzetta dello Sport' le idee inculcate dai grandi maestri con cui ha collaborato: "Siamo una squadra vera e dobbiamo ripartire dal playoff. Ormai sappiamo che come ci si allena, si gioca e questo è fondamentale; non ci devono essere alibi per non remare al 100% dalla stessa parte, ho appreso la cultura del lavoro da Antonio Conte e da Arrigo Sacchi, quando coordinava le varie Nazionali azzurre. Sono maniaci del calcio, curano il particolare: grazie ad Antonio, so gestire a 360 gradi una squadra, adesso il calcio è un'azienda. Ogni esperienza è però una formazione: in FIGC ho conosciuto il calcio internazionale e molti giovani, a Mosca c'era un pubblico di 80 mila spettatori alla finale, poi è scoppiata la guerra. Faccio i complimenti a Bollini: io ho perso la finale U19".

A Mosca ha messo in bacheca una Coppa di Russia con lo Spartak"Lavorare all'estero mi aiuta in questo Venezia poliglotta, se non vedi cosa c'è fuori, cosa c'è dietro un giocatore, non capisci molte cose; la prima vittoria sarà assemblare più culture e farne una squadra. i ragazzi devono imparare la lingua e la cultura italiana. Quando si mette piede in campo, si sa che si gioca per il compagno: dal 3 – 5 – 2 passeremo alla difesa a quattro con un attaccante in più, sono felice sia arrivato Gytkjaer; potremo rifornire i due vichinghi con Pierini e Johnsen. Il danese ricorda un po' Vieri, era un giovanotto alle prime armi quando militavamo nel Venezia. E' cambiato il mondo, allora c'era un campo d'allenamento con uno spogliatoio, era bello così: adesso ci sono proprietà straniere, mentalità nuove, abbiamo Cà Venezia, un centro bellissimo; non dimentichiamo di rappresentare la città più bella al mondo"

Il primo pronostico sul campionato non coinvolge i suoi, che hanno il dovere di puntare non solo a una posizione di classifica: "Resilienza è lavorare per il futuro facendo sacrificio; per capire gli obiettivi della proprietà vedremo i tre elementi che ci servono che tipo di profilo avranno. Bisogna lavorare e far crescere l'azienda: al Venezia sono stati rivalutati tanti ragazzi, non so se siamo costruiti per vincere, ma daremo il massimo. In Serie B è dura parlare di favorite, ma le retrocesse e il Palermo partono davanti".

 

 

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