VENEZIA — Gli errori e gli orrori di una stagione la Juventus se li è tenuti stretti fino all’ultimo, quasi avesse bisogno di stamparseli a mente e portarseli nel futuro, come un monito. Al peggio c’è stato comunque fine, l’ha dichiarata Locatelli con un calcio di rigore in mezzo alla paura dopo che lui e i suoi compagni erano stati a lungo sballottati dal Venezia che non è stato virtualmente salvo nemmeno per un secondo, neppure dopo il gol di Fila arrivato subito (assist di Haps, difesa impalata), forse soltanto per obbligare i bianconeri al confronto con le loro stesse vulnerabilità. Alla fine hanno vinto 3-2 e c’erano giocatori che sono stramazzati in terra dall’emozione, sicuramente non cogliendo la reale portata di un esito che è tutto meno che un’impresa.
«La cronaca della gara»
La grande paura della Juventus
Per lunghi e lunghissimi minuti si sono visti volti terrei in tribuna (che distopico futuro stava immaginando Giuntoli in quei momenti?), spauriti in campo e nervosi in panchina, dove Tudor («Il mio futuro si saprà presto, già prima del Mondiale per club, non avrebbe senso andare lì senza una decisione», ha detto dopo la partita) non sapeva più come sbracciarsi, come agitarsi, cosa urlare, come provare a non credere a quello che stavano vedendo i suoi occhi: il sorpasso operato da Yildiz (azione personale) e Kolo Muani (stangata dal limite) lo aveva illuso che il peggio fosse passato. Finirà invece senza giacca addosso, sospirando di sollievo e salutando i tifosi che avevano insultato la squadra appena incassato il primo gol ma che alla fine hanno fatto festa.
Il tributo dei tifosi del Venezia
L’ha fatta pure il Venezia: molto bello il modo in cui la gente del Penzo si è stretta intorno ai suoi giocatori, chiamandoli sotto la curva per ringraziarli: non un fischio, non un insulto, non una recriminazione, solamente l’orgoglio per averci provato e l’invito e a riprovarci già nella stagione prossima. L’ultimo a essere reclamato dai tifosi è stato Di Francesco. È alla seconda retrocessione consecutiva dopo quella di Frosinone, nonostante da due anni pratichi il miglior calcio che si vede nei bassifondi: magari è proprio quello il suo problema, ma se alla fine la tua gente ti osanna e ti ringrazia, come fai a sentirti sconfitto?
L’errore di Nicolussi Caviglia, la parata di Di Gregorio
Ora alla Juve toccherà capire quale futuro debba innestare su questa stagione arida. Se verrà Conte, c’è da giurarci che avrebbe preferito evitarsi la Champions per iniziare la ricostruzione, ma per la società i 60 milioni (sono il bottino accumulato quest’anno) della coppa più importante sono essenziali. A Venezia ha vinto con una fatica inaudita, una difesa improvvisata e allo sbaraglio e grazie agli sbagli di Nicolussi Caviglia, il giocatore che Thiago Motta rimpianse di aver ceduto: il regista ha giocato bene, ma ci ha messo lo zampino sul 2-2 con uno stop imperfetto e sul 3-2 cascando come un pollo davanti alla solita finta di Conceiçao, che fino a quel momento non aveva fregato nessuno. Alla fine è stato decisivo anche Di Gregorio con le parate su Doumbia e Yeboah, perché il Venezia se l’è giocata alla pari fino all’ultimo. E non dovrebbe esserci logica in questo.
Venezia-Juventus 2-3 (1-2)
Venezia (3-5-2) Radu 5.5 – Schingtienne 5, Sverko 4.5 (31’ st Marcandalli), Candé 6 – Zerbin 6, Doumbia 6.5 (31’ st Oristanio sv), Nicolussi Caviglia 4.5, Ellertsson 5.5 (41’ st Maric sv), Haps 7.5 (23’ st Perez sv) – Fila 6.5 (23’ st Gytkjaer sv), Yeboah 6. All. Di Francesco 6.
Juventus (3-4-2-1) Di Gregorio 6.5 – Alberto Costa 6 (1’ st Renato Veiga 5), Savona 5, Kelly 5 – Nico Gonzalez 4.5 (35’ st Weah sv), Locatelli 6.5, Thuram 6, Cambiaso 5 (31’ st McKennie sv) – Conceiçao 6 (41’ st Gatti sv), Yildiz 6.5 – Kolo Muani 6.5 (31’ st Vlahovic sv). All. Tudor 6.
Arbitro: Colombo 6.5.
Reti: 2’ pt Fila, 25’ pt Yildiz, 31’ pt Kolo Muani, 10’ st Haps, 27’ st Locatelli (rig.)
Note: ammoniti Alberto Costa, Tudor, Zerbin, Nico Gonzalez. Spettatori 12 mila circa.