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Vinicius bloccato dal tribunale: investitori italiani fermano l’acquisto di un club brasiliano

La Tiberis, società di casa nostra che aveva investito nell’Athletic Club di Sao Joao del Rei, ha impugnato il passaggio di quote: è battaglia giudiziaria. Ma la moda dei calciatori azionisti solleva questioni etiche

ROMA – Una società italiana ferma lo shopping di Vinicius Junior in Brasile. Uno shopping che avrebbe dovuto farne l’azionista di maggioranza di un piccolo club brasiliano, l’Athletic Club di São João del Rei, protagonista di una rapida ascesa con diverse promozioni consecutive fino alla Serie B. Nel calcio dei nuovi padroni, quella dei calciatori proprietari è una moda in crescita, ma che stavolta si scontra con i diritti di imprenditori di casa nostra.

Vinicius compra un club in Brasile, il tribunale lo ferma

Vinicius, 24 anni, aveva rilevato le quote di maggioranza della società che gestisce l’Athletic attraverso la società ALL Agenciamento Esportivo, controllata dal padre e dall’agente Thassilo Soares. Il club brasiliano è una delle prime SAF (Sociedade Anônima do Futebol) del Brasile, struttura societaria che consente la distribuzione di utili secondo una legge del 2021. Ed evidentemente questo era l’aspetto che rendeva interessante l’affare. L’operazione però è stata bloccata dal Tribunale per le controversie commerciali e arbitrali del distretto di San Paolo. Il motivo? Un’azione legale avviata dal socio di minoranza italiano, la società Tiberis Holding di Willy Francese. Che nel 2023 aveva investito nel club accompagnandolo nella sua ascesa.

Le irregolarità nell’acquisizione dell’Athletic Club di Vinicius

Gli investitori italiani hanno contestato le irregolarità nell’operazione, convinti che la vendita sia avvenuta violando clausole dell’accordo tra azionisti. Il nodo centrale della controversia riguarda l’elusione del diritto di prelazione garantito ai soci. La cessione indiretta del controllo, attraverso la vendita di azioni della F&P Gestão Esportiva alla società dell’agente di Vinicius, è avvenuta senza informare preventivamente gli altri azionisti né ottenere il loro consenso, in aperta violazione degli accordi sottoscritti. E il Tribunale, nella sua ordinanza, ha riconosciuto come “in termini pratici si è verificata un’alienazione del potere di controllo sulla società”, e ha dichiarato nulli gli effetti della transazione, confermando nei fatti la fondatezza delle rimostranze sollevate dalla Tiberis Holding.

Calciatori proprietari di club: la nuova strategia di Vinicius, Mbappé e Neymar

Questa manovra di Vinicius si inserisce in una strategia più ampia del calciatore e del suo entourage, come evidenziato dall’acquisizione parallela delle quote di maggioranza della squadra portoghese FC Alverca, sollevando interrogativi sulla concentrazione di potere nelle mani di calciatori ancora in attività. Non è l’unico infatti a muoversi in questa direzione: Mbappé, suo compagno del Real, ha acquistato l’80% del Caen, la squadra in cui è cresciuto, sempre attraverso una società, la Interconnected Ventures. E in Brasile sono convinti che Neymar voglia rilevare addirittura il Santos, la squadra che fu di Pelé e in cui lui stesso è tornato a giocare.

Gli investimenti dei calciatori nei club: una questione etica

C’è un però. Se la prassi non viola alcuna regola, questa nuova moda potrebbe mostrare alcune criticità di sistema. Oltre al divieto di svolgere altre attività previsto dal codice etico della Fifa – ma tantissimi calciatori hanno società di varia natura – non si può ignorare un principio di conflitto d’interesse dei ruoli di calciatori e di azionista, seppure di club che militano in categorie lontanissime. E infatti non è escluso che la Fifa possa entrare nella questione, per approfondire gli aspetti potenzialmente critici di una prassi in via di espansione.

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