Un primo tempo horror, una ripresa che mette in chiaro una regola tanto semplice quanto fondamentale. È la qualità a far la differenza, sempre e comunque, in ogni ambito. Nel playoff di Conference League d’andata della Fiorentina, contro la Puskas Akademia, i viola vanno sotto complice un avvio choc. Soffrono, tremano, agitano anche il tecnico Palladino che nella ripresa rimette mano alle proprie scelte e manda in campo quei giocatori che con qualità ed energia provano a ribaltare tutto per poi incassare la beffa allo scadere. La rete a fine primo tempo di Sottil, il pari di Quarta e il sorpasso di Kean che viene però vanificato dalla testa di Golla. Un messaggio, quello arrivato dal campo, a ribadire come questa squadra sia ancora incompleta e necessiti di quei tasselli che dovranno unire un puzzle avviato ma non ultimato.
Per la sua prima panchina europea, da allenatore, Raffaele Palladino aveva scelto di affidarsi al modulo di riferimento (3-4-2-1) con molte novità (sette) rispetto a Parma. Il ritorno di De Gea tra i pali, da titolare, dopo 14 mesi dall’ultima volta. Una difesa potenzialmente titolare con Pongracic centrale (sarà squalificato col Venezia), Quarta a destra e Ranieri a sinistra. In mezzo al campo la coppia formata da Mandragora e Bianco con Kayode largo a destra e Parisi sulla sinistra. In attacco Beltran schierato di punta con Colpani e Sottil alle sue spalle. Sugli spalti tanti tifosi con le maglie nuove ma anche tanti giovani con quelle di Nico Gonzalez, non convocato neanche per il playoff di Conference e sempre più vicino alla Juventus. Il direttore generale Alessandro Ferrari prima del calcio d’inizio oltre a fare il punto sul mercato ha detto: «Ripartiamo con le ambizioni di migliorare quello che abbiamo fatto l’anno scorso. La Conference è un’opportunità».
Il primo tempo contro Puskas Akademia, club ungherese di un piccolo paesino fuori Budapest (Felcsút) dove il primo ministro Viktor Orban ha passato la sua infanzia, è da incubo. Senza mezzi termini e con tutto il rispetto che si deve a una squadra che comunque guida il proprio campionato a punteggio pieno ed è più avanti nella condizione fisica. Ma la Fiorentina interpreta male, sfoggia una fase difensiva sconcertante e non riesce a mettere razionalità nel disordine dei suoi interpreti. Dopo una percussione di Colpani, senza però impensierire il portiere avversario, il primo grande errore dei viola.
Bianco effettua un retropassaggio ingenuo sui piedi di Kayode, che rinvia direttamente sui piedi di Nagy. È calcio di rigore che lo stesso capitano realizza a fil di palo. Poco dopo è ancora Kayode a commettere un errore banale, stavolta in fase di appoggio a metà campo: Puljic riparte, serve a destra Soisalo che in diagonale batte un De Gea non perfetto. Sono passati dodici minuti dall’inizio della gara e nel giro di tre la fase di shock arriva al massimo. Fiorentina sotto di due reti e Palladino che si toglie la giacca incredulo, iniziando a sbracciarsi e a macinare chilometri lungo l’area tecnica. L’ammonizione di Quarta che si era perso il suo uomo e l’uscita un po’ a vuoto di De Gea, rimarcano la fase di criticità dei viola. Arrivano anche alcuni fischi mentre i giocatori in campo non riescono a trovare la via d’uscita. Palladino manda a scaldarsi i vari Amrabat, Dodò, Kean, Richardson.
L’unico squillo del primo tempo, per i viola, pare quello di Bianco che colpisce una traversa dalla distanza. Poi però la rete in diagonale di Sottil che riaccende una speranza. Nella ripresa i cambi, perfetti e necessari. La Fiorentina riprende il match con il solito Quarta e la magia di Kean, De Gea salva il risultato con una super parata, ma alla fine la testa di Golla rimanda ogni discorso a giovedì prossimo.
Alla fine Palladino commenta: “Abbiamo avuto un brutto inizio, con errori gravi che non vedo nemmeno in allenamento. Siamo stati bravi a riprendere la partita e a rimontarla con un altro piglio, con spirito di squadra, poi abbiamo preso il pareggio su un calcio piazzato e c’è rammarico. Non possiamo prendere un gol così”.