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Vlahovic ha deluso ma Motta non ha alternative: a Udine la Juve dipenderà ancora da lui

L’attaccante serbo sempre titolare per mancanza di alter ego in squadra. L’allenatore: “Conta quanto incide nel gioco”

TORINO – Dusan Vlahovic è un grande appassionato di fantacalcio e non ha mai badato a spese per acquistarsi nel gioco più popolare sul mondo del pallone. Per poi schierarsi titolare ad ogni giornata, la stessa scelta che compie ripetutamente da inizio stagione Thiago Motta. Oggi pomeriggio a Udine, contro una delle sorprese della stagione, conterà ancora su di lui, dopo aver meditato a lungo di farlo riposare in vista della trasferta a Lille. Sarà la 14ª volta consecutiva, anche se non è esclusa la possibilità del falso nueve: Weah più del giovane Mbangula. Far giocare Dusan sarebbe una scelta dettata da diversi fattori, nonostante oggi il centravanti della Juventus non stia vivendo un periodo brillante: perché se è vero che i gol non si contano, ma si pesano, altrettanto si può dire per gli errori.

L’unico centravanti disponibile

L’attaccante pagato 81,6 milioni di euro e che guadagna 12 milioni all’anno, oggi non ha un alter-ego: l’unico centravanti in rosa, Milik, è da mesi alle prese con problemi al ginocchio. Motta, creativo nelle scelte e nella risoluzione dei problemi, ha dirottato al centro dell’attacco prima Gonzalez, anche lui infortunato e assente a Udine insieme a Douglas Luiz, quindi Weah, progetto durato 45’ contro il Napoli. La solitudine del numero 9, costretto a giocare senza sosta anche quando un turno di riposo gli permetterebbe di ricaricare le batterie e svuotare la mente: gli errori con il Cagliari e con il Parma sono diventati virali sui social quasi quanto le sue prodezze. I gol non sono mancati neanche quest’anno: sei in campionato, due meravigliosi in Champions a Lipsia, nella partita che ha mostrato il potenziale del progetto di Motta, che dipende anche e soprattutto dai gol di Dusan. Un lampo di luce in un inizio di stagione in chiaroscuro per i bianconeri, tra infortuni che hanno limitato il potenziale e le difficoltà a integrare il centravanti serbo nel gioco della squadra.

I 31 tocchi contro il Parma

Nel pareggio di mercoledì con il Parma ha toccato 31 volte la palla, una in meno del portiere Di Gregorio. I numeri, che non raccontano il calcio ma ne delineano i contorni, evidenziano l’ultimo posto per tocchi nei 90’ con 23, meno dei due portieri, oltre che per passaggi ricevuti nei 90’, con 16,7: «La questione non è quanti ne tocca — ha tagliato corto Motta — ma quanto incide nel gioco, quanto riesce a essere decisivo nella fase difensiva e offensiva. Non la quantità, ma la qualità di quel che facciamo». Eppure, nessun calciatore della Juventus è stato utilizzato quanto lui, che è rimasto in campo nel 92% dei minuti a disposizione: 1083 minuti in 13 partite, 47 in più di Cambiaso, considerato elemento imprescindibile per il calcio di Motta.

Tour de force

Fondamentale per la sua unicità, Vlahovic ha di fronte a sé un tour de force tra Serie A, Champions League e nazionale: se nelle due precedenti soste ha avuto la possibilità di fermarsi alla Continassa per lavorare, per migliorare l’intesa con i compagni e con il gioco di Motta, dopo il derby con il Torino della prossima settimana risponderà alla convocazione di Stojkovic. Prima però proverà a risollevare la Juventus in classifica, attualmente al sesto posto, e a mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno in Champions: giocare lontano dall’Allianz Stadium lo aiuterà a gestire meglio il momento. Non è un caso che, in otto gare davanti al proprio pubblico, che da lui pretende molto, abbia segnato solo una volta: contro il Cagliari su rigore. Implacabile in viaggio, impacciato in casa. Tra Udine e Lille la Juventus dipenderà ancora da lui: «In questo momento della stagione i giocatori non sono stanchi, stanno bene, è un momento in cui tutti dobbiamo dare qualcosa in più». Toccherà ancora a Dusan. Come sempre.

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