Philadelphia – Un contributo l’ha portato pure lui: grazie al rigore conquistato e segnato all’ultimo secondo contro il Wydad, la Juventus è rimasta davanti al City nel gruppo G: stessa differenza reti ma un gol fatto in più. Giovedì, contro Guardiola, basterà un pari per conservare il primo posto ed evitare un probabile incrocio con il Real. È il massimo che Dusan Vlahovic può offrire alla causa bianconera sul campo: sul mercato, invece, può agevolare le manovre per la sua cessione, dando per scontato che non accetterà di dimezzarsi l’ingaggio (12 milioni) per rinnovare il contratto in scadenza nel 2026.
Vlahovic al centro delle vicende economiche
Vlahovic è ormai marginale nelle questioni tecniche ma centrale in quelle economiche. Vendendolo, i bianconeri otterrebbero risorse e libererebbero un posto per un centravanti nuovo: intensificate le trattative con David, canadese ex Lille svincolato, che, tra bonus alla firma e commissioni costa comunque almeno 20 milioni, poco meno del prezzo che la Juventus ha fissato per Vlahovic: con 25 lo si porta via. Sono pochi? Certo, però bastano per non segnare una minusvalenza (al 31 dicembre 2024 il valore residuo a bilancio era di 29 milioni e 326 mila euro) e sollecitano interessi come quello del Milan. Allegri ha chiesto a Tare di sondare la situazione: a quelle cifre considera il serbo un ottimo affare, anche perché il budget dei rossoneri non consente svolazzi di fantasia. Il problema, e siamo di nuovo al punto di partenza, è sempre l’ingaggio: Tare ha fatto sapere che più di 6 milioni l’anno non può offrire e quei soldi non stuzzicano Dusan, così come lo stuzzica chi gli darebbe il doppio, il Fenerbahce e un paio di club arabi. Nella Juve, ormai ha assodato, è solo la riserva di Kolo Muani ed è già un passo avanti, perché se fosse rimasto Giuntoli sarebbe finito fuori rosa.
La scelta razionale di Yildiz
L’uomo a cui tutto gira attorno tutto è ormai Yildiz, la stella di questo Mondiale. L’accordo per il rinnovo del contratto del giovane turco è quasi pronto: più che il prolungamento (dal 2029 al 2030), è importante l’aumento di stipendio, che diventerà più del doppio dell’attuale un milione e mezzo. La Juve riconosce così il nuovo status al suo numero 10 il quale, da parte sua, ha avuto la saggezza di non sparare subito richieste siderali e di non forzare la mano per andare altrove, dove forse guadagnerebbe di più: preferire una crescita graduale è segno di intelligenza e maturità.
Caccia al Mondiale e ai ricchi premi
Gli impegni mondiali lasciano il mercato in stallo. Il margine di movimento dipenderà anche da quanto la Juve riuscirà a guadagnare negli Stati Uniti (per ora 10 milioni, oltre ai 20 per la partecipazione), ma potrebbero moltiplicarsi per otto, perché i bianconeri sono convinti di fare molta strada: «Vincere il Mondiale?», dice Di Gregorio. «Certo che ci pensiamo e dopo due risultati come questi penso sia ancora più giusto crederci. Con Tudor stiamo molto bene in campo e anche fisicamente». In questi giorni è stato seguito da vicino il 21enne esterno destro Wesley del Flamengo. «È un Dodò più veloce», lo presenta José Boto, diesse del club di Rio. «Da noi fa il terzino, ma sarebbe perfetto per giocare a tutta fascia». Il giocatore, che piace anche alla Roma, conferma: «Dall’Italia mi vogliono, mi sento già pronto». Boto ha ricevuto offerte attorno ai 20 milioni, «ma non bastano, ne servono 35. Non abbiamo urgenza di vendere nessuno».