All’ennesima partita giocata, la seconda integralmente, Dusan Vlahovic ha alzato bandiera bianca: per fortuna della Juventus e del calciatore, gli esami a cui si è sottoposto non hanno evidenziato lesioni, anche se il suo recupero per Milan e Aston Villa pare quasi impossibile. L’infortunio del centravanti serbo contro la Danimarca, negli ultimi due minuti di gioco, è stato qualcosa più di una semplice tegola sulla testa di Motta: unico centravanti in rosa, e quindi insostituibile se non con adattamenti, per altro la specialità del tecnico bianconero, Vlahovic non prenderà parte ai due big match della ripresa. Contro il Milan difficilmente la Juventus potrà contare su Nico Gonzalez e sicuramente non su Milik: dopo settimane passate a centellinare il suo utilizzo, senza forzare viste le tante partite alle spalle e all’orizzonte, appena ha vestito la maglia della Serbia si è fermato.
Cosa si è fatto Vlahovic
Al minuto 88 della sfida con la Danimarca, Vlahovic si è fermato. Uscendo dal campo, con un’espressione decisamente preoccupata in volto, l’attaccante si è toccato la coscia sinistra, nella parte posteriore, mimando un gesto eloquente: “Ho sentito dolore”, ha spiegato a fine partita. Dolore ma nessuna lesione: questo è stato l’esito degli esami a cui si è sottoposto al J Medical questa mattina, che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Motta e al suo staff. Nelle ultime quattro partite, Motta aveva cercato di preservarlo il più possibile, sempre considerando la sua insostituibilità: solo con il Parma è rimasto in campo per tutta la partita, mentre nelle altre tre è stato sostituito poco dopo il 70’. Tutto per non rischiare, consapevoli del periodo complicato che attende la Juventus: dopo il Milan, infatti, ci sarà la trasferta di Birmingham con l’Aston Villa, match complicato e anche importante visto l’unico punto conquistato nelle ultime due sfide di Champions League.
Chi giocherebbe al posto di Vlahovic
Difficilmente si potrà vedere Vlahovic in campo a San Siro. Il “dolore” accusato porta con sé la necessaria prudenza: rischiarlo, vista la sua condizione di unicità, sarebbe un azzardo, considerando anche l’assenza di Milik, l’unico in rosa in grado di sostituirlo, e le condizioni ancora incerte di Nico Gonzalez. L’argentino continua ad allenarsi a parte e i tempi di recupero dopo l’infortunio muscolare accusato con il Lipsia si sono dilatati a dismisura, arrivando a circa 47 giorni. Ecco perché la soluzione più battuta da Motta, spostare Weah al centro dell’attacco, potrebbe essere quella più plausibile: a San Siro, dove il padre si consacrò definitivamente, Timothy avrà ancora una volta l’occasione per dimostrare di essere il vero valore aggiunto, inaspettato dopo la prima stagione fatta di alti e bassi. L’alternativa sarebbe spostare Yildiz in posizione centrale, oppure giocare senza un vero riferimento offensivo, scelta che potrebbe rimescolare le carte contro la difesa non certo insuperabile del Milan: non dargli punti di riferimento, colpire con gli inserimenti di centrocampisti e attaccanti.
La sosta delle nazionali, una disgrazia bianconera
Alla Continassa, pur nella più totale emergenza, stanno tirando un sospiro di sollievo: per il 2024 non ci saranno più soste per le nazionali. Quella che si sta concludendo è stata una vera disgrazia per la Juventus, che ha pagato un conto salatissimo: prima Cabal, che si è rotto il crociato nel ritiro della Colombia, quindi Vlahovic, nella speranza che l’assenza duri il meno possibile. Due ko che sono andati a colpire due reparti già martoriati dai problemi fisici: senza Bremer, anche lui out per tutta la stagione, la difesa è in emergenza mentre in attacco il ko di Vlahovic ha colpito l’unico senza un alter ego. Infortuni di natura diversa, visto che quello di Cabal è stato traumatico e quello di Vlahovic muscolare, ma che non possono non aprire interrogativi sulle esigenze delle nazionali, spesso in contrapposizione con quelle dei club.