GENOVA – L’incubo di un altro zero a zero ha allungato la sua ombra nera sulla Juventus per tutto un tempo, prima che lo scacciasse la doppietta di Vlahovic e, in chiusura, il sigillo di Conceição. Passeggiando sul Genoa, squadra davvero in grande difficoltà, i bianconeri si sono ripresi (provvisoriamente?) la testa della classifica e soprattutto hanno interrotto quella sfilza di partite sterili che stava cominciando a preoccupare. Non che a Marassi la produzione offensiva sia stata esagerata, visto che gli unici tiri in porta sono stati quelli dei gol, ma il successo e le reti fanno in modo che l’attenzione torni a spostarsi sul dato più importante: la porta della Juventus è ancora violata e nemmeno il Genoa è riuscito a minacciarla, se si esclude un sinistro di Pinamonti quando si era già sullo 0-2.
«La cronaca della partita»
Primo tempo con poco gioco
Il canovaccio, per tutto il primo tempo, era stato il solito: molto possesso palla, baricentro sempre decisamente alto, ritmi discreti ma non un tiro in porta, rarissimi cross, totale assenza di azioni veramente pericolose. Il Genoa ha barcollato solamente sul finire del tempo, quando uno spunto sulla destra di Nico Gonzalez ha prodotto un traversone sporco che ha messo in difficoltà Gollini, per il resto mai impegnato nonostante la gran folla di giocatori davanti a lui.
Le difficoltà del Genoa
Il Genoa aveva molte cose da mettersi alle spalle: la delusione del derby, lo stadio deserto, le fatiche di una durissima sfida di Coppa Italia giocata meno di 70 ore prima e, da ultimo, l’infortunio del capitano Badelj già all’altezza del primo quarto di gara. Hanno reagito, i rossoblù, spendendo il cuore, mettendoci corsa e voglia e accettando i rischi di una partita di guerriglia, ma mostrando mezzi tecnici limitatissimi. Gilardino ha avuto il coraggio di far esordire un sedicenne, Honest Ahanar, un ragazzo nato ad Aversa da genitori nigeriani e da sempre considerato la pepita del vivaio genoano: è partito con grande personalità, poi ha pagato il confronto con gente sgamata come Danilo e Nico Gonzalez. Ma ha fisico e tecnica, dunque un futuro.
De Winter regala il rigore, Vlahovic non sbaglia
Il sortilegio dello 0-0 ha resistito fino alla sciocchezza di De Winter che ha cambiato il corso della partita: al 47’, l’olandese ha messo la mano in maniera insensata su un pallone giocato da Yildiz, meritandosi la punizione del rigore che Vlahovic ha eseguito con freddezza. In pratica, la Juve è passata in vantaggio senza neanche il bisogno di un’azione da rete, ma poi l’ha subito legittimato con il momento di calcio più bello della serata: Koopmeiners ha pescato Vlahovic in area con un lancio profondo e preciso e il serbo ha stecchito Gollini di sinistro, replicando la doppietta della seconda giornata a Verona, cui ha poi fatto seguito il lungo digiuno interrotto a Marassi.
Traversa di Koopmeiners
Il Genoa non ha avuto la forza né tantomeno i mezzi per reagire: quando l’argine è crollato, si è rassegnato all’inevitabile. La Juve è andata vicinissima al 3-0 con Koopmeiners, che ha colpito la traversa dall’area piccola su una bella imbeccata di Conceicao, ma per vedere un tiro in porta (quello contro la traversa non lo è, ai fini statistici), a parte i due gol, c’è voluto un destro moscio dell’israeliano Kassa parato con comodità da Perin a 10’ dalla fine. Il portiere juventino dovrà impegnarsi molto di più per alzare sopra la traversa un sinistro di Pinamonti all’88.
Il cambio di modulo di Thiago Motta
Di sicuro, la Juventus del secondo tempo è stata migliore di quella del primo. Ha molto aiutato, è vero, la casualità del gol che ha spezzato l’astinenza, ma anche il cambio di modulo ordinato da Thiago Motta, che dopo l’intervallo è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1, cambiando posizioni sia in difesa (Kalulu è passato a destra, Danilo al centro), sia tra centrocampo e attacco, affiancando McKennie a Fagioli in mediana e portando Koopmeiners alle spalle di Vlahovic, da dove ha contribuito al gol dee 2-0: abbastanza per definire la mossa decisiva, così come hanno migliorato la qualità del gioco le riserve Thuram e Conceição, che hanno costruito il 3-0: appoggio laterale del francese al limite dell’area e sinistro secco e pronto del portoghese, al primo gol in bianconero.
Genoa – Juventus 0-3 (0-0)Genoa (3-5-2): Gollini, De Winter, Bani, Vasquez, Zanoli (40′ st Sabelli), Badelj (25′ pt Bohinen), Frendrup, Miretti (23′ st Kassa), Ahanor(23′ st Matturro), Vitinha (23′ st Ankeye), Pinamonti. (1 Leali, 39 Sommariva, 2 Thorsby, 3 Martin, 14 Vogliacco, 21 Ekhator, 27 Marcandalli). All.: Gilardino.Juventus (4-2-3-1): Perin, Danilo, Kalulu (29 st Savona), Bremer, Rohui (29′ st Cambiaso), Mckennie (17′ st Douglas Luiz), Fagioli, Gonzalez (17′ st Conceicao), Koopmeiners, Yldiz (29′ st Thuram), Vlahovic. ( 29 Di Gregorio, 23 Pinsoglio, 4 Gatti, 5 Locatelli, 32 Cabal, 51 Mbangula) All.: Thiago Motta.Arbitro: Colombo di Como.Reti: nel st: 3′ Vlahovic (rig.), 10′ Vlahovic, 45′ Conceicao.Angoli: 5 a 3 per il Genoa.Recupero: 2′ e 3′.Ammoniti: Frendrup, Fagioli, Vasquez per gioco falloso.Spettatori: gara a porte chiuse.