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Yamal, la Spagna ha un re bambino: la risposta a Rabiot, la foto con Messi, i record demoliti e il numero 304 mostrato dopo ogni gol

La splendida rete del sedicenne – un sinistro all’incrocio dei pali – ha permesso alla nazionale di De La Fuente di conquistare la finale. Alla scoperta del nuovo fuoriclasse, il più giovane marcatore nella storia dell’Europeo

Una foto che rispunta dal passato, il gol meraviglioso che ha eliminato dall’Europeo la Francia vicecampione del mondo in carica, la risposta a una provocazione che scivola in secondo piano perché ha pur sempre sedici anni e il diritto di sbagliare. Lamine Yamal è il nuovo re di Spagna – un re bambino, compirà 17 anni il 13 luglio, alla vigilia della finale – incoronato a furor di popolo dopo che il suo sinistro a giro si è infilato sotto l’incrocio dei pali. I cauti lo aspettavano, dopo un torneo pieno di lampi di classe: “Vediamo quando conta cosa combinerà, pagherà l’inesperienza? Reggerà la pressione?”.

Yamal risponde a Rabiot: “Parla, parla”

La risposta è arrivata con un gesto delle mani appena l’arbitro ha fischiato la fine di Spagna-Francia. “Parlate, parlate”. Anche se il primo destinatario era in realtà Adrien Rabiot, centrocampista dei Bleus che l’aveva punzecchiato credendo di mandarlo in confusione. “Se Yamal vuole andare in finale, deve fare qualcosa in più rispetto a quanto fatto finora”. L’ha preso alla lettera, dopo aver riguardato quella vecchia foto in cui Lionel Messi in persona gli faceva il bagnetto. Il 10 argentino deve aver strofinato bene quel mancino, tanto fatato da sembrare il suo. Piede con cui Yamal, marcatore più giovane della storia degli Europei, ha battuto il portiere Maignan.

Perché Yamal esulta mostrando il numero 304

Lo scatto che ogni appassionato di calcio ormai ha visto, risale al 2007: il Barcellona, club dove Lamine è cresciuto dall’età di sette anni, stava sostenendo la campagna dell’Unicef, sigla che per anni la squadra catalana ha portato sulla maglia. L’ultima idea per raccogliere fondi un calendario: ogni mese una foto diversa di un calciatore blaugrana con una delle famiglie dei bambini che in passato si erano appoggiate all’ente internazionale che si occupa di minori e povertà. Tra queste quella di Yamal: padre marocchino, madre della Guinea Equatoriale, arrivati in Spagna da migranti per cambiare vita e regalarne una migliore al figlio. Nato a Esplugues de Llobregat, vicino a Barcellona, dove i genitori avevano deciso di fermarsi per la gravidanza. E cresciuto poco più in là, per respirare l’aria del Camp Nou: il quartiere dove è cresciuto tra non poche difficoltà è Rocafonda, una ex zona agricola alle porte della città che negli ultimi anni ha accolto molti migranti africani. Un passato che Lamine ricorda dopo ogni gol, mostrando con le dita il numero 304. Le ultime tre cifre del codice postale di un’area che gli estremisti di destra di Vox hanno definito “un letamaio culturale”. Il padre di Yamal, un anno fa, sotto elezioni, è finito su tutti i giornali spagnoli per aver attaccato uno dei banchetti dei militanti neofascisti.

La foto di Yamal e Messi

La sorte, un’estrazione, ha voluto che a posare con Yamal fosse Messi, intento a lavare il piccolo insieme a sua madre. E pensare che il padre di Yamal – oggi trentaquattrenne, più giovane di alcuni compagni di squadra del figlio –, aveva storto la bocca perché simpatizzante del Real Madrid e deluso dall’assegnazione di quel ventenne ancora all’ombra dei grandi campioni. Qui l’ironia della sorte, per ciò che è diventato poi Messi. Nei giorni precedenti alla finale è stato proprio Yamal senior a rilanciare via social lo scatto, ricevuto dal fotografo che l’aveva realizzato, e ripostato anche da Yamal. Un’immagine che emoziona per le connessioni che crea. Mentre Messi mercoledì notte stava trascinando l’Argentina in finale di Coppa America, spiegando di volersi “godere ogni istante delle ultime battaglie prima di chiudere la carriera”, a Monaco di Baviera un mancino cristallino aveva da poco fatto ricordare il suo. “Reborn”, la parola con cui Lamine ha accompagnato la fotografia di Messi che lo tiene in braccio mentre lo guarda come fosse suo figlio. “Rinato”, ha scritto, autoproclamandosi reincarnazione di Leo. Gli si perdona anche questo paragone proibito, oggi, al giovane Yamal. Il re bambino di Spagna che con un gol ha abbattuto la Francia. Nel segno di Messi, il campione che l’ha benedetto da piccolo.

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