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Yildiz: “Studio Del Piero, mi scrive dopo ogni gol. Sogno di restare a vita”

Alle 21 la Juve a Orlando affronta il Manchester City per il primo posto nel girone. L’obiettivo è evitare la sfida al Real negli ottavi

ORLANDO — Stasera alle 21 italiane (a Orlando sarà la fornace delle 15) la Juventus sfida il Manchester City alla pari, anzi con un gol di vantaggio in classifica che le consente di guidare il Gruppo G: per continuare a farlo, e aumentare le speranze di evitare il Real Madrid negli ottavi, le basta un pareggio. Le sue possibilità le affida a Kenan Yildiz che sta meravigliando gli Stati Uniti.

Yildiz, finora le stelle del Mondiale sono state due: lei e Messi. Che effetto le fa?

«Non mi piace fare confronti né parlare di queste cose».

Non le fa effetto nemmeno essere ormai considerato il simbolo della Juventus?

«Mi dà sicurezza e fiducia nei miei mezzi».

In un anno è passato da ragazzo promettente a di riferimento: cosa c’è di diverso in lei?

«Quando sono arrivato ero un teenager e ora sto diventando un uomo. Sono felice ma devo migliorare ancora. Quando ti trovi a giocare con compagni più grandi devi acquisire una nuova mentalità crescendo anche fisicamente, prendendoti cura del tuo corpo».

Finora è andato tutto come immaginava o ci sono state delle difficoltà inattese?

«Non può andare sempre tutto bene, ci sono fasi che si alternano. Senza entrare nello specifico, nel complesso sono contento, specie di come sta andando in queste settimane».

Lo sa di aver segnato più gol di quello che aveva fatto Del Piero alla sua età?

«Non voglio paragonarmi a nessuno, ma solo scrivere la mia storia».

Vi siete parlati di recente?

«Certo, ci sentiamo spesso e ogni tanto ci vediamo. È una persona fantastica, mi scrive dopo le partite, mi dice di continuare così».

Le piacerebbe legarsi a una sola squadra e diventarne una bandiera come ha fatto Del Piero?

«Sarebbe un sogno, ma io e lui è una siamo due persone differenti e non puoi mai sapere cosa accadrà. Mi concentro sul momento, senza pensare troppo al futuro».

C’è qualche giocatore che le piace più di altri?

«Ce ne sono molti per esempio nel Real Madrid, come Arda Güler. Ma non dico chi è il più forte, non parlo di altri giocatori».

Può dirci almeno chi è il difensore più ostico incontrato finora?

«Van Dijk è fortissimo».

Allegri dopo il debutto in prima squadra le fece tagliare i capelli. Se vincesse il Mondiale si raserebbe a zero?

«Gli sono molto grato per quello che ha fatto per me e anche per questa cosa dei capelli, credo di stare meglio così. Ma raparmi proprio no, mi spiace».

Kolo Muani l’ha definita magico: si sente così?

«Non riesco ancora a crederci, appena due o tre anni fa io ero un ragazzino e lui era già Kolo Muani, mentre ora ci alleniamo insieme».

In questa stagione ha già disputato 59 partite: sono troppe?

«È stancante giocare ogni tre giorni ma allo stesso tempo è bello, perché puoi vivere molte nuove sfide. Abbiamo tanti professionisti che ci permettono di gestire nel migliore dei modi il recupero».

Lei è l’unico juventino a non essersi infortunato: ha un segreto?

«Non mi va di parlare della gestione del mio lavoro individuale. Sono giovane e cerco di fare quello che mi viene chiesto, tutto qui».

Si dice che John Elkann abbia un debole per lei: conferma?

«Abbiamo parlato un po’, è vero che gli piace il mio modo di giocare. Mi ha scritto un messaggio nei giorni scorsi, è stato bello riceverlo».

Tudor le dà più libertà di Thiago Motta?

«Non mi piace parlare del passato ma posso dire che sì, Tudor me ne concede molta».

Che partita si aspetta contro il City?

«Tutti sappiamo che squadra sia. Sarà molto difficile, come sempre».

Quanto sarebbe importante evitare il Real Madrid agli ottavi?

«È forse la squadra più forte al mondo ma chi arriva arriva, per noi non cambia niente. Mi piacerebbe ritrovare Huijsen, ma penserei solo a batterlo».

Ha ereditato qualche talento da suo padre?

«Lui ha giocato solo per divertimento, però mi ha accompagnato a ogni allenamento, spronandomi a correre, dribblare, divertirmi. È molto critico con me, ma mi dice sempre la verità».

Si può dire che il rinnovo del contratto sia cosa fatta?

«Non parlo di soldi, non mi preoccupo di cosa accade fuori dal campo».

Chi vince il Mondiale?

«Non so prevedere il futuro, ma faremo di tutto per essere noi».

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