GENOVA — Persona non gradita: ingresso vietato allo stadio. E la notizia non può non fare clamore quando a ricevere il “daspo” è il professor Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele e Pro Rettore dell’Università, ma famoso soprattutto per essere stato il medico di fiducia di Silvio Berlusconi. In questo caso però c’entra solo ed esclusivamente il Genoa, la squadra del cuore e della quale è stato presidente dal 2021 al 2024.
Professore, com’è possibile che sia stato negato l’abbonamento al presidente della promozione in serie A e tuttora membro del consiglio di amministrazione?
«Il responsabile del ticket office, non senza imbarazzo, mi ha comunicato che aveva ricevuto questa disposizione dalla dirigenza. Nella black list è finito anche Andrea che come unica colpa ha quella di essere mio figlio. A questo punto denunciare tutto alla Guardia di Finanza è stato inevitabile».
C’è chi sostiene che è stata una provocazione presentarsi al botteghino per sottoscrivere l’abbonamento.
«L’ultima volta che avevo chiesto l’accredito in società, giocavamo contro la Roma e mi avevano messo in un posto molto defilato rispetto alla dirigenza proprio in mezzo ai tifosi giallorossi».
Eppure, in occasione del famoso e contestato aumento di capitale che ha portato il 77 per cento del pacchetto azionario all’imprenditore romeno Dan Sucu, lei aveva votato a favore.
«Nonostante fossi l’unico membro del consiglio di amministrazione a non sapere dell’esistenza del signor Sucu».
Su quel passaggio di quote sta indagando la Procura di Genova dopo l’esposto presentato da Acap, creditore di 777 Partners, gli ex proprietari del Genoa.
«E c’è chi sostiene che io abbia testimoniato a favore degli americani. Il problema è che davanti al giudice non si prende posizione a favore o contro qualcuno, semplicemente si dice la verità. Sono stato sentito dal dottor Landolfi come persona informata dei fatti. Io entravo nel suo studio ed usciva l’avvocato D’Angelo, lui pure persona informata dei fatti».
Ha ricevuto tantissimi attestati di solidarietà dal mondo del calcio.
«È stato l’addetto stampa della società ad avvertire i giornalisti, io avrei evitato volentieri tutto questo clamore mediatico. Mi sono limitato a informare il presidente Sucu che era in Romania ed era all’oscuro di tutto».