Zaniolo non ci sta. Respinge ancora una volta le accuse di aggressione, fornendo la sua versione su quanto accaduto lunedì sera dopo la semifinale dello scudetto Primavera tra Roma e Fiorentina. “Stavolta non ci sto. Quando ho fatto delle sciocchezze, come con l’arbitro l’ultima volta all’Olimpico (l’espulsione dello scorso 4 maggio, ndr), mi sono sempre assunto le mie responsabilità accettando la punizione, la squalifica, ma in questo caso non posso passare per quello che scatena le risse e mette le mani addosso a un ragazzino”.
La versione di Zaniolo
Le parole dell’ex attaccante giallorosso al Corriere dello Sport contraddicono i due comunicati della Roma, che sottolinea invece come Nicolò Zaniolo abbia “colpito fisicamente” Mattia Almaviva, capitano della Primavera, e “spinto con violenza” Marco Litti, terzino sinistro della squadra allenata da Gianluca Falsini. Sul punto le versioni fornite dalle parti discordano. Sicuramente c’è stato uno scontro verbale, come spiega lo stesso Zaniolo: “Sono volate parole grosse con un ragazzo. Lui mi ha provocato”. Mentre secondo la Roma, dopo la partita, il calciatore viola “ha urinato nelle strutture riservate al nostro club” ed è stato lui a provocare i giocatori.
Zaniolo e il bagno
Pronta la replica di Zaniolo: “Per andare in bagno ho chiesto il permesso. Non ho mai alzato le mani, non ci sono stati schiaffi, né tantomeno pugni”. E ancora sulla questione del bagno: “Dovevo fare pipì e il primo bagno che ho trovato era quello dello spogliatoio della Roma, ho chiesto il permesso di entrare e me l’hanno concesso con un sorriso. Incrociando i ragazzi, ho dato loro il cinque dicendo ‘bravi’. Uscito dal bagno, uno di questi a voce alta mi ha provocato e, quando gli ho chiesto se era proprio a me che si riferiva, mi si è avvicinato. Ho perso la calma ma non l’ho colpito”.
Pronto ad essere ascoltato dalla Procura
Sente di avere la coscienza pulita, Zaniolo, che stavolta non vuole prendersi la responsabilità dell’accaduto: “Ripeto, quando sbaglio me ne assumo la responsabilità, ma stavolta no. E visto che ho la coscienza pulita non ho problemi a parlare con la procura federale (che sta indagando, ndr) o con il ragazzo in questione a cui ho messo solo una mano sulla spalla perché i toni erano poco simpatici”. Niente comportamenti violenti, quindi. Almeno secondo lui, che avrebbe ricevuto anche una tacchettata sul polpaccio: “Quello che ho trovato totalmente fuori luogo è il comportamento di alcuni adulti che sono passati dalla richiesta dell’autografo all’offesa. Ho ricevuto anche una tacchettata sul polpaccio. Ciò che fa più male è la mancanza di rispetto nei confronti di un collega che ha più anni del ragazzo, che ha dimostrato di non gradire la mia presenza nello spogliatoio, forse eleggendosi a difensore della Roma, quando non ce n’era affatto bisogno”.
Zaniolo: “Sono cambiato”
Consapevole dell’importanza della sua testimonianza, Zaniolo si dice pronto a collaborare con la Figc per fare luce sui fatti: “Se mi chiamerà il procuratore federale, andrò di persona. Ho quasi ventisei anni, sono cambiato, quello Zaniolo non esiste più, all’Atalanta lo sanno perfettamente. Forse anni fa la rissa ci sarebbe stata veramente, ma si cresce, grazie a Dio. Oggi sono anche capace di farmi rispettare con le parole”.