Lo spirito guascone e avventuroso ha da sempre accompagnato, al pari dell'assenza di peli sulla lingua, Walter Zenga, che racconta l'ennesimo capitolo della sua vita, sportiva e non, a 'Il Corriere dello Sport': "Sono stato un precursore, ma mi aveva anticipato Donadoni. Ero appena andato via dal Palermo e un amico mi chiama e dice che c'è una panchina libera: allenai l'Al – Nassr, attuale squadra di Cristiano Ronaldo. Altri tempi: mi spinse a salutare e a rescindere, ci fun contenzioso attraverso la FIFA e recuperai i sei mesi di stipendio, adesso mi pare il livello sia di un altro pianeta. Adesso sono in Indonesia, è il nono Paese in cui vivo calcio: Tohir, che ho conosciuto all'Inter, del quale sono sempre Ambassador, è il presidente della Federazione e così mi sono ritrovato a fare il consulente al Persita Tangerang, con lo stesso entusiasmo di sempre. Faccio da cuscinetto tra la società e l'allenatore, seguo la costruzione del centro di allenamenti, metto a disposizione le mie conoscenze organizzative".
Nelle due ultime annate ha commentato per 'Sky' la Serie A e queste sono le osservazioni sui portieri di casa nostra, in attesa del torneo che verrà: "La scuola italiana resiste, nonostante Maignan e Onana si siano presi la scena: Meret ha vinto con padronanza il campionato e Vicario si è guadagnato il Tottenham; a me piace Audero, Di Gregorio e Falcone hanno dato la loro impronta alla salvezza di Monza e Lecce, sono curioso di vedere Carnesecchi e Caprile. Il Napoli ha giocato un calcio fantastico, ha saputo rivoluzionarsi e azzeccare tutto, invece io ho sbagliato puntando su Correa e De Ketelaere; uno come Spalletti non può restare fuori, ma Garcia è l'uomo adatto per sostituire Luciano. Non amo il mercato aperto, il Milan si sta attrezzando e l'Inter ringiovanendo, ma c'è ancora un mese di trattative. Lukaku? L'Inter sopravvive agli addii: siamo andati io, il Fenomeno e Mourinho, ed è sempre stata Grande".