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Thorsby e i suoi fratelli: quelli che sbagliano i gol già fatti

La rete mancata a mezzo metro dalla porta dal genoano ha riportato alla mente tanti precedenti, alcuni illustrissimi

ROMA – Almeno a mandare in confusione Fantozzi era apparso l’arcangelo Gabriele sulla traversa, chissà invece cosa ha visto il genoano Thorsby quando – a mezzo metro dalla porta del Lecce – è riuscito nell’impresa, in spaccata, di colpire la traversa. Si dice in questi casi: più facile segnare che sbagliare. Ciccare un gol così significa dover dire mi dispiace una, dieci, cento volte; e di fatto garantisce un posto fisso nelle gallerie degli errori/orrori che circolano in Rete (anzi no: palo). Si sbaglia per troppa sicurezza e/o per una certa svagatezza.

La notte da incubo di Marco Pacione

Quasi quarant’anni dopo, quando si cita l’errore da matita blu, si torna sempre a Marco Pacione e alla sua notte da incubo. Era il 1986, era Juventus-Barcellona, era la Coppa dei Campioni. Una volta Pacione arrivò in ritardo sul pallone, la volta dopo in anticipo, la terza vuota calcolò bene i tempi, ma (s)calciò l’aria: ho scritto t’amo sulla sabbia, cose così. Il gol sbagliato, quando la modalità è clamorosa, rimane a lungo nella memoria. Perché sbagliare un gol non è così facile. Ci vuole talento. Non si diventa “Lo sciagurato Egidio” – cit. Gianni Brera – perché si sbagliano gol banali. Bisogna farlo in grande stile. Come un altro centravanti del Milan, Luther Blissett, che in Inghilterra era stato gratificato con un soprannome definitivo: “Miss It”, “Sbaglialo”.

L’errore di Vieri, la strana danza di Gagliardini

La storia di ogni bomber è lastricata di errori colossali. Mondiale 2002, Italia-Corea, sì, quella. Al netto delle nefandezze del Muppet-arbitro Byron Moreno, a Vieri capitò un’occasione colossale a pochi metri dalla porta, Bobo arrivò con il piede dispari – il destro – e calciò in curva. A porta vuota sbagliano i campioni – Cristiano Ronaldo, Neymar, Ibrahimovic – sbaglia chi campione non è ma poteva diventarlo, Balotelli, e sbagliano gli onesti mestieranti come Gagliardini: contro il Sassuolo qualche anno fa, all’epoca in cui vestiva la maglia dell’Inter, il centrocampista piombò su una respinta del portiere e – con invidiabile disinvoltura – sorrise del regalo e quasi danzò sul pallone, prima di spedirlo a sbattere sulla traversa tra le maledizioni dei tifosi in curva. Lo svarione è spesso dietro l’angolo, quasi sempre davanti alla porta spalancata.

Petrini, sbaglio e perdono. E Destro diventò una coreografia

Per informazioni chiedere a Dzeko, che in un Roma-Palermo a venti centimetri dalla porta scarabocchiò un gol già certificato. Del misfatto ci si scusa: come fece Petrini – platealmente, battendosi la mano sul petto di fronte all’Olimpico – in un Roma-Sampdoria di metà anni 70 (e pochi minuti dopo segnò il gol della vittoria). E comunque non tutti possono vantarsi di quello che capitò a Mattia Destro. In uno Spal-Bologna: cross dal fondo, portiere fuori causa, porta vuota, errore marchiano di Destro che da un sospiro tirò tra gli anelli di Giove. L’allenatore del Bologna, Donadoni, serissimo lo giustificò: “L’ha calciata con il malleolo”. Nel derby dell’anno successivo la curva della Spal accolse Destro con una gigantesca coreografia dove era raffigurato il suo errore. E ogni volta che prendeva palla, fosse anche a distanza di quaranta metri dalla porta, in curva della Spal decine di tifosi si alzavano e reclamavano la sua attenzione: “Calcia qua! Calcia là”, facendo ampi gesti con le braccia.

Gli sbagli da culto di Florin Raducioiu

La verità è che gli specialisti del gol sbagliato hanno scritto (con i piedi) pagine bellissime in quella che possiamo definire la controstoria del nostro calcio. Sono capaci tutti a sbagliare i gol difficili. Florin Raducioiu, che da noi negli anni 90 giocò con Bari, Milan, Verona e Brescia, era un virtuoso dell’errore che fa inorridire o sghignazzare e diventò bersaglio fisso della “Gialappa’s Band”. Di lui dicevano che sbagliava perché era più veloce del pallone, il sospetto è che incespicasse sui propri pensieri: patapunfete, sboeng, pallone alle stelle.

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