Finito il tempo delle lacrime e delle recriminazioni, in casa Brasile è tempo di voltare pagina dopo il flop a Qatar 2022.
Le dimissioni di Tite, ct travolto nelle critiche dopo il ko ai rigori contro la Croazia, seconda eliminazione consecutiva ai quarti di finale di un Mondiale della propria gestione e quinta di fila contro una squadra europea (Francia 2006, Olanda 2010, Germania 2014 e Belgio 2018 le precedenti), aprono un vuoto in panchina che dovrebbe venire colmato solo a gennaio.
La Federazione guidata da Ednaldo Rodrigues vuole scegliere con calma il timoniere al quale affidare la missione riscatto che dovrà passare dalla Copa America 2024, la cui sede non è ancora stata definita, e poi dal Mondiale 2026 che si svolgerà tra Canada, Messico e Stati Uniti.
Non si esclude l'ipotesi rivoluzionaria di un ct straniero, con i nomi del portoghese Jorge Jesus del Fenerbahce e anche di Luis Enrique come ipotesi già circolate, ma il favorito sembra un altro portoghese, Abel Ferreira, che sarebbe già stato contattato da emissari della CBF.
Da tempo circola il nome di Pep Guardiola, in testa ai sondaggi di gradimento di Globoesporte e UOL, ma è il vice-presidente della FBF Francisco Novelleto a prendere le distanze secondo AS: "E' stato sondato tre anni fa dalla vice-presidenza; accetterebbe, ma guadagna al City 24 milioni l'anno. Ai tempi ci prese quasi l'infarto".
Per quanto riguarda la pista indigena, in lizza Luiz Castro del Botafogo, Fernando Diniz della Fluminense e pure un ex come Mano Menezes, ct tra il 2010 e il 2012, al quale fu fatale l'eliminazione ai quarti della Copa America 2011 contro il Paraguay.