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Champions League, la visione di Guardiola

L’allenatore del City ancora di scena al Bernabeu: “Non cerco la rivincita, ma una finale. Preferisco un progetto competitivo sempre che non un successo confinato a una stagione”.

La semifinale contro il Real Madrid di un anno fa a parole non brucia, spiega Pep Guardiola, cui la 'Casa Blanca' è andata indigesta nel 2014 e appunto nel 2022: "Inutile pensare a come è finita un anno fa, è stata una eliminazione pesante. Dopo aver fatto bene all'Ethiad, non abbiamo giocato nella stessa maniera al Bernabeu e il Real, conosciamo, in questo torneo ha il suo habitat. Non è la rivincita del 2022: è una nuova opportunità per andare in finale".

Dopo aver dominato in Inghilterra, raccogliendo 'solo' un 4 a 3, i 'Citizens' accarezzorono la finale di Parigi fino al 90', per subire poi la poderosa rimonta firmata Rodrygo-Benzema: "In queste sfide sono i dettagli decisivi, dovremo essere perfetti almeno 180'; se ci saranno i tempi supplementari, avremo il leggero vantaggio di giocare tra le mura amiche, però sia noi sia il Real siamo attrezzati per vincere in trasferta. La qualificazione si deciderà al ritorno".

Quello che sembrava il 'giardino di casa', dopo le nette vittorie contro il Manchester United di Alex Ferguson nel 2009 e 2011, ha assunto per Pep Guardiola le fattezze di 'ossessione'. Dopo aver lasciato il Barcellona, ha raggiunto la sola finale di Oporto contro il Chelsea, che vinse con la zampata di Havertz due anni fa, collezionando delusioni in serie, alla guida del Bayern Monaco (tre eliminazioni in semifinale, la prima contro il Real Madrid di Ancelotti, corsaro 4 a 0 in Baviera) prima e del Manchester City poi: contro Chelsea e Real Madrid l'ex centrocampista di Brescia e Roma ha sfiorato il colpaccio, ma prima è caduto sotto i colpi di Monaco, Liverpool, Tottenham, Lione. Nonostante i successi Oltremanica continuino (finale di FA Cup e quinta Premier in mano), l'attesa per la Coppa continentale di maggiore prestigio è spasmodica, ma viene gettata acqua sul fuoco: "La società vuole questo trofeo, ma non è una ossessione. A me interessa essere ogni anno competitivo per vincerla, piuttosto che riuscirci una volta e non essere poi in lizza un decennio".

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