MILANO — È stato il calciatore portoghese più pagato della storia, anche più di Cristiano Ronaldo, ma a 25 anni Joao Felix non è ancora diventato quello che prometteva di essere. Il Milan è un nuovo capitolo nella storia di un ragazzo schiacciato dalle pressioni di un’etichetta da predestinato che gli hanno appiccicato addosso neanche maggiorenne, aspettative che finora non ha saputo rispettare. Arriva in rossonero in prestito oneroso su precisa indicazione di Sergio Conceiçao, che con lui condivide la nazionalità e soprattutto l’agente, Jorge Mendes. L’uomo che in questi anni lo ha piazzato all’Atletico Madrid, poi al Chelsea, al Barcellona, di nuovo Atletico e Chelsea. Rimpallato come un pacco postale, sul cartellino cifre sempre altissime spesso sembrate arbitrarie, distanti dalla realtà evidenziata dal campo.
La carriera di Joao Felix
Il problema di Joao Felix doveva essere il suo pregio: è un attaccante totale, sa fare tutto ma niente in modo eccezionale. Si è dovuto accontentare di essere potenzialmente un campione, ma continua a cercare una svolta. Ha faticato con Simeone, Xavi, Potter, Lampard e Maresca, ora come allenatore trova Conceiçao, che lo conosce da sempre: Joao è grande amico di Rodrigo, il secondogenito di Sergio che oggi gioca allo Zurigo. Sono cresciuti insieme al Benfica, terza tappa nella sua carriera. Entra al Porto a otto anni, per unirsi all’Elite Player Project. A 13 però viene ceduto alla Padroense perché non ha abbastanza muscoli: «Giocavano sempre gli altri che erano più alti o più grossi di me. Io sedevo sempre in panchina» ha raccontato a The Player’s Tribune.
Il passaggio da record all’Atletico nel 2019
Gracilino, filiforme, con i capelli sempre davanti agli occhi, l’apparecchio e un’aria un po’ infantile: così si impone al Benfica, dove arriva nel 2015 e resta fino al 2019 quando, dopo appena un anno in prima squadra (e la tripletta più giovane nei quarti di Europa League all’Eintracht), viene acquistato dall’Atletico Madrid per 126 milioni di euro. Il resto è una storia di promesse non mantenute e valigie: Chelsea (2023) Barcellona (2023-24), altri sei mesi al Chelsea dalla scorsa estate (pagato dai Blues 50 milioni all’Atletico) con solo tre partite da titolare su 23 in Premier.
L’idolo di Joao Felix è Kakà
«Da bambino Joao ha imparato a dribblare prima di camminare» dice di lui il padre, che quando descrive il rapporto tra suo figlio e il pallone usa la parola empatia. Tecnicamente non si discute, su questo nessuno ha dubbi. Nuno Gomes, ex calciatore portoghese, ha paragonato il suo tocco di palla a quello di Zinedine Zidane. Rui Costa, un passato anche al Milan e alla Fiorentina, qualche anno fa diceva che «sa indovinare in anticipo quello che accadrà davanti alla porta. È un numero 10 moderno, una seconda punta con un notevole senso del gol». Lui, invece, ha sempre detto di voler imitare il suo idolo Kakà, un altro ex rossonero.
Gli hobby di Joao Felix
A Milano porterà il suo bassottino Floki, il nome del primo navigatore vichingo a raggiungere l’Islanda, e la sua passione per i videogiochi, Call of Duty, Fortnite, Nba 2K: “Gioco spesso, costituiscono parte della mia giornata”, ha confessato. Al Milan prende il posto (in lista) di Okafor, che aveva un rapporto conflittuale con la bilancia. Joao non ha di questi problemi, ma va matto per il bacalhau com natas (un piatto tipico portoghese, il baccalà con patate, cipolla e panna), e per i pasteis de nata, i dolcetti lusitani che tanto amava anche Paulo Fonseca. Negli anni all’Atletico Simeone non apprezzò alcuni episodi fuori dal campo, come quando fu beccato a fumare e bere al compleanno della fidanzata dell’epoca, Margarida Corceiro. Con Conceiçao, al Milan, non potrà permettersi errori: magari è questa la sua ricetta per essere davvero felice.