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Juventus e Fiorentina rivali ma non nel mercato: Kean l’ultimo affare di una lunga serie iniziata con Cervato e Baggio

L’attaccante italiano alla corte di Palladino per 13 milioni più bonus. I club, nonostante l’umore delle due tifoserie, hanno concluso trattative importanti. I cambi di maglia più recenti Felipe Melo, Bernardeschi, Chiesa, Vlahovic e Mandragora

TORINO — Baggio, Bernardeschi, Vlahovic, Chiesa, Mandragora, Arthur e oggi Kean. Se la rivalità tra Juventus e Fiorentina è una delle più antiche e profonde che si possano vivere negli stadi italiani, a volte oltre i confini dell’educazione e della civiltà, dietro la scrivania le due società hanno collezionato una serie di affari che hanno reso l’asse Torino-Firenze uno strade più battute nel periodo del calciomercato. Lo è stato un tempo, quando il destino dei calciatori era nelle mani dei club, lo è ancora di più nel calcio moderno, con le società costrette a sottostare al volere dei giocatori. L’affare Kean, l’ultimo in ordine di tempo, è l’atto certamente non conclusivo di un rapporto iniziato nel 1959, quando Sergio Cervato, dopo aver trascinato i viola allo scudetto, si trasferì sotto la Mole tracciando un percorso che in tanti avrebbero seguito negli anni successivi.

I grandi colpi di mercato

Che si tratti di passaggi diretti dal viola al bianconero o viceversa, sono tanti i calciatori che hanno vestito entrambe le maglie. Eppure se le parole chiave sono mercato, Juventus e Fiorentina, non si può non partire da Roberto Baggio, il trasferimento per eccellenza: proprio contro i bianconeri, in finale di Coppa Uefa, giocò la sua ultima partita in viola, prima di diventare il protagonista della cessione più dolorosa della storia della Fiorentina. Da quel momento tutto fece meno male, ogni cessione è stata meno dolorosa dopo quella del Divin Codino, che alla prima contro la squadra che ha sempre amato si rifiutò di calciare un rigore e uscì dal campo raccogliendo una sciarpa viola che gli lanciò un tifoso. Baggio è stato anche il trasferimento che ha portato maggiori soddisfazioni, visto che alla Juventus vinse il Pallone d’Oro, uno scudetto e una Coppa Uefa. Per entità economica è difficile non inserire tra i grandi cambi di campo quelli di Bernardeschi, Chiesa e Vlahovic, per un totale di 170 milioni che hanno rimpolpato le casse dei toscani: eppure un po’ per occasioni perse e un po’ per infortuni, nessuno dei tre ha lasciato il vuoto incolmabile di Baggio nel cuore dei tifosi della Fiorentina ed è riuscito a far innamorare quelli della Juventus.

La strada inversa, da Torino a Firenze

Come ogni autostrada, il percorso è a doppio senso di marcia. Commisso, che non ha mai risparmiato critiche alla Juventus, non ha mai neanche disdegnato l’acquisto di calciatori bianconeri. Nello scorso mercato toccò ad Arthur approdare in Toscana, in prestito oneroso con diritto di riscatto che non sarà esercitato in questa sessione di mercato, mentre è stato proprio Kean, arrivato per 13 milioni più 5 di bonus, il primo grande colpo regalato a Palladino, nuovo allenatore viola anche lui in passato con la maglia della Juventus. Andando indietro nel tempo, nel 1998 fu un idolo del tifo bianconero, Moreno Torricelli, uno degli eroi dell’ultima Champions vinta, a passare ai rivali, allenati allora dal tecnico più vincente della storia bianconera, Trapattoni. L’anno dopo fu raggiunto da un altro bianconero amato dai tifosi, Angelo Di Livio: anche se il trasferimento non fu “semplice”, vinse la Coppa Italia e indossò la fascia di capitano, facendosi “perdonare” il suo passato e seguendo la Fiorentina anche in Serie C2 dopo il fallimento.

Bojinov, Miccoli e la sorpresa Chiellini

Nell’attuale rosa della Fiorentina, c’è un altro calciatore che ha vestito la maglia della Juventus per una singola partita: Rolando Mandragora è stato a lungo di proprietà della Juventus, lasciando però il segno con il bianconero dell’Udinese e nella Torino granata. Fabrizio Miccoli, talento enorme ma difficile da inquadrare nella rigida società bianconera, venne ceduto nel 2004 proprio ai viola in comproprietà, segnando 12 gol e facendo innamorare i tifosi, che a fine stagione furono costretti a salutarlo. Percorso inverso rispetto a Bojinov, al portiere brasiliano Neto e al suo connazionale Felipe Melo, fenomenale al Franchi, disastroso sotto la Mole dopo l’esordio con gol contro la Roma. Eppure anche una bandiera bianconera come Chiellini, uno che ha scritto la storia della Juventus, ha giocato per un anno in viola: nel 2004 venne ceduto in prestito a Firenze, facendo l’esordio in Serie A prima di vivere a Torino momenti indimenticabili con il club torinese. La rivalità tra i due club resiste solo sugli spalti: sono lontani i tempi del Conte Pontello, dell’Avvocato e delle stilettate di Zeffirelli. Gli affari sono affari.

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