Roberto D'Aversa riannoda il discorso con il mestiere da allenatore, che, prima della pausa imposta dalla separazione con la Sampdoria, è valso la cavalcata con il Parma dalla Terza Serie.
"Vivo per il calcio, passione coltivata in solitaria perché non avrei voluto vedere i miei cari soffrire per qualche critica" esordisce il 47enne nato a Stoccarda "Ho sempre voluto giocare da play: mi vide un osservatore e andai al Milan, allora c'erano Pincolini e Viscii, ero nato attaccante, ma feci anche il terzino. Il tecnico della Prima Squadra era Fabio Capello, quando cominciai gli allenamenti non sapevo se dare del tu o del lei a Franco Baresi e Marco Van Basten, erano i miei miti. Ho girato parecchio, nella mia Pescara sono stato poco, non ero me stesso perché tutto era amplificato e ci stavo male; la piazza che mi ha dato di più, quella dove ho debuttato in Serie A, è forse Siena, ma è a Lanciano che ho deciso di allenare. Fu una scelta di vita, scesi in Serie C e feci una breve esperienza dirigenziale proprio con Marco Baroni allenatore, ma mancava l'erba, come in questo anno e mezzo senza pallone: sono andato dal mio amico Conte e Gasperini e studiato l'inglese, oltre a vedere naturalemente tante partite".
Così presenta il suo Lecce, che ha stupito gl addetti ai lavori per aver centrato con una giornata di anticipo la salvezza, a 'La Gazzetta dello Sport': "Al Lecce mi ha impressionato la dedizione al lavoro dei ragazzi e ho ritrovato quel Corvino che conobbi da giocatore al Casarano, quando mi chiese di rinunciare a tre mensilità: sa fare calcio e lavorare per il Club a 360 gradi. Porterò 2-3 Primavera in Prima Squadra, lavoreremo molto in verticale: serve arrivare a fare gol in più modi, anche con i centrocampisti che occupano spazi dentro l'area; in questo 4 – 3 – 3 il centravanti deve sapere attaccare la profondità. Gonzalez? E' completo, ma può migliorare sul piano tattico, mi ricorda Kucka; Baschirotto è arrivato in Serie A con il lavoro, è uno spot per i ragazzi; Rafia è tecnico e si fa rispettare, ha l'assist facile, ma vuole prendere troppo parte alla costruzione dal basso".