La stella del calcio mondiale, il fantasista brasiliano Ronaldinho, direttamente dal Festival dello Sport, ha raccontato alcuni episodi riguardanti la propria vita, calcistica e non. Ecco alcune dichiarazioni dell’ex numeri 10 della Nazionale del Brasile.
“È stato un percorso lungo, non sempre facile anzi: c’è stata la perdita di mio papà da giovane e mio fratello mi ha fatto da papà.
Sarò per sempre grato per questa cosa a mio fratello per tutta la vita. La famiglia è tutto per me, sto sempre con mio fratello e mia sorella: 2 anni fa ho perso mia mamma ed è stato ancora più difficile; da grande capisci di più queste cose.”
Prosegue poi il brasiliano: Al Gremio sono stati 7 anni incredibili, per me è stato bellissimo lì. Il nome Ronaldinho deriva dal fatto che in nazionale ci fosse un altro Ronaldo, essendo più giovane sono diventato Ronaldinho”.
Continua la carrellata di ricordi: “Il mio primo trofeo arriva in Egitto nel Mondiale Under 17 e dopo 5 anni vittoria mondiale. Ovvero quello del 2002, il Mondiale della R maiuscola, Ronaldinho, Ronaldo, Rivaldo, Roberto Carlos. Chi difendeva di più di noi 3 attaccanti? Gli altri 8”.
Riguardo l’esperienza francese con il PSG: “Sono andato al PSG, mio fratello era già in Francia e me ne aveva parlato bene. A Parigi sono stati due anni e mezzo molto belli, mi porto dietro il ricordo soprattutto dei compagni e la possibilità che mi ha dato di andare al Mondiale”.
Poi il trasferimento a Barcellona: “Mi avevano cercato in tante, ma lì c’era già una grande storia. Tutti i miei idoli avevano già giocato lì: come Ronaldo, Romario, Maradona”.
Prosegue poi Ronaldinho ricordando l’esordio con la maglietta balugrana: “La prima partita al Camp Nou ho fatto gol, era contro Siviglia. Da li è stato tutto in discesa: vittoria campionato 2004, nel 2005 arriva Leo Messi dalla Cantera”.
Proprio sulla stella argentina: “Il primo gol Messi? Entra per Eto, pallonetto Ronaldinho per Messi gol e offside, azione dopo assist e gol di nuovo e Messi festeggia con me! È un grande amico, inizialmente era come un fratellino per me: poi arriva la Champions, la seconda Champions della storia”.
Ancora sull’esperienza in Spagna: “Rijkard è il migliore con cui ho lavorato, grandissimo calciatore, grandissimo allenatore. Un momento speciale quando il Barcellona ha battuto il Real 3-0 al Bernabeu”.
Sull’esperienza in Serie A, con la maglia del Milan: “Vado a Milano – sponda rossonera n.d.r. – perché è una delle squadre più importanti al mondo: tutti i giocatori vogliono giocare al Milan. Due anni e mezzo bellissimi! La gente parla sempre del mio gol nel derby, oggi sono felice di vedere il Milan che è tornato a grandi livelli. Mi ricordo tutto del Milan: tanti grandi giocatori insieme, e grande allenatore come Ancelotti”.
Conclude poi il brasiliano: “Quando giocavo ero felice, ma anche oggi sono sempre sorridente e felice perché io sono fatto così”.