In vista del match contro la Lazio, il tecnico del Napoli Spalletti è intervenuto in conferenza stampa: "Sarri ha delle cose che sono simili, piace andare entrambi in tuta, a me anche quando passeggio mi piacciono le scarpette, poi l'idea di voler comandare il gioco. Sarri è stato un po' un Masaniello calcistico, si è reso capopopolo di una rivolta del modo di vedere il calcio. Io a casa sceglievo sempre di vedere il suo Napoli e lo applaudivo in piedi. Non m'importa meglio o peggio, ho preso quello che volevo prendere, quando ho potuto sono andato a vedere le partite e sui campi di Castel Volturno ancora ci sono le linee di passaggio del suo calcio. Poi non mi fregano i paragoni".
"La differenza tra il mio calcio e quello di Sarri? Non so definire il mio, manco quello di Sarri, perché lo sa lui – continua Spalletti -. Dipende chi sei, dove vuoi andare, che calcio vuoi fare, ci sono davanti sempre delle persone. Dipende se ti stimola di più dare le bastonate davanti o comandare lì in mezzo, secondo me è più stimolante la seconda e percorriamo ciò che ci piace. A me non piace il calcio tutti dietro davanti alla difesa, eppure l'ho fatto e ho perso spesso, quando non mi piace non lo sanno fare neanche i ragazzi. Se giochi a pallone c'è sempre lo step successivo alla bellezza, a ciò che piace alla gente. Quando sono arrivato la mia battaglia era riportare gente allo stadio, fare qualcosa per creare emozione".
Il Napoli è molto vicino allo scudetto e Spalletti ammette: "L'attesa della città? Sicuramente c'è qualcosa di diverso, una maggiore maturità, dovuta a una conoscenza del calcio in generale, una maturità di saper valutare le cose come funzionano nella vita. Fondamentale è che non vadano ad aspettarci all'arrivo, ma che scendano in campo con noi a ogni partita. Non date retta a chi vuole farci togliere le mani dal volante, farcele alzare in segno di vittoria quando abbiamo tante curve da affrontare!".
Sullo scudetto perso da Sarri nel 2018, Spalletti dice la sua: "Il tricolore perso in albergo nel 2018? Bisognerebbe chiederlo a Maurizio, anche se il risultato di quell'Inter-Juve lì ha influito sulla corsa, secondo lui molto. Io prendo sempre me come riferimento per le cose che non vanno, non altri, la stavamo vincendo, ho fatto sostituzioni che hanno determinato quella roba lì perché poi tutti vanno a finire lì, ma io le rifarei perché eravamo molto sofferenti in quel momento in 10 uomini, ma io responsabile di quello che ha fatto il Napoli… Mi date troppa responsabilità. L'errore di Orsato? Non ne parlo, io scelgo sempre me come responsabile di ciò che non è andato. Sbagliammo dei gol, potevamo avere un atteggiamento diverso, il responsabile ero io e si poteva fare quello che ha fatto il Napoli a Empoli anche se di fronte c'era la Juve, la più forte".